๐ค๐๐ฒ๐๐๐ผ ๐ฎ๐ฟ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐น๐ผ ๐ฟ๐ถ๐๐ฝ๐ผ๐ป๐ฑ๐ฒ ๐ฎ๐ฑ ๐ฎ๐น๐ฐ๐๐ป๐ฒ ๐พ๐๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐บ๐ถ ๐ฎ๐๐ฒ๐๐ฒ ๐ฝ๐ผ๐๐๐ผ. ๐ฃ๐ฎ๐ฟ๐น๐ฒ๐ฟ๐ผฬ ๐ฑ๐ถ ๐ฐ๐ผ๐๐ฎ ๐ฒฬ ๐น๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ. Non aspettatevi โ๐ณ๐ฆ๐ค๐ฆ๐ฏ๐ต๐ช ๐ฆ๐ท๐ช๐ฅ๐ฆ๐ฏ๐ป๐ฆ ๐ด๐ค๐ช๐ฆ๐ฏ๐ต๐ช๐ง๐ช๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฅ๐ช๐ฎ๐ฐ๐ด๐ต๐ณ๐ข๐ฏ๐ฐ โฆโ, denunzie dei danni psicologici causati dal lockdown o da internet, accuse al sistema sanitario pubblico, numeri e statistiche. Tutta questa mercanzia non รจ la mia ๐ค๐ถ๐ฑ ๐ฐ๐ง ๐ต๐ฆ๐ข. Posso solo parlarvi di quello che in tanti anni ho visto dal piccolo osservatorio del mio studio di psicoanalista: prima a Roma, poi a Parigi e infine in questo antico borgo, tra Venezia e Trieste, dove ora vivo. Non unโidea in questo articolo รจ davvero nuova. Di mio, cโรจ unicamente il modo in cui queste idee sono presentate, attraverso tre semplici considerazioni, in modo che chiunque possa verificarle e, se vuole, accettarle o confutarle.
๐ญ) ๐๐ฎ ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐บ๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ถ๐ฑ๐ฒ๐ฟ๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฒฬ ๐น๐ฎ ๐ฝ๐ถ๐ฬ ๐ผ๐๐๐ถ๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐๐๐๐๐ฒ: ๐น๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฒฬ ๐๐ป๐ฎ ๐บ๐ฎ๐น๐ฎ๐๐๐ถ๐ฎ. Lโaffermazione puรฒ sembrare scontata, ma non lo รจ. Da sempre nella nostra cultura, si รจ pensato che sentimenti come malinconia, tristezza, pessimismo fossero appannaggio โ almeno entro certi limiti - di persone dotate di particolare intelligenza e sensibilitร , specialmente di artisti. Generazioni di professoresse di liceo hanno insegnato che il โpessimismo leopardianoโ fu il portato di un temperamento malato, lo stesso che fece dello sventurato Giacomo un grande poeta. Divulgatori, televisivi o sui social, spiegano che Chopin fu spinto a comporre dalla grande sofferenza interiore e che Van Gogh pagรฒ con la follia la sua genialitร artistica. Anche la psicoanalisi รจ caduta, a volte, in questo inganno: ๐๐๐ป๐ด, ad esempio, riteneva che la depressione e la sofferenza mentale potessero indicare la strada per accedere a una superiore spiritualitร . Recentemente, la โpsicanalistaโ e filosofa francese ๐๐๐น๐ถ๐ฎ ๐๐ฟ๐ถ๐๐๐ฒ๐๐ฎ ha argomentato che lโesperienza del sublime โ lโabisso vertiginoso di cui parla Schiller โ avrebbe origine dalla melanconia (cfr. โSoleil noir: Dรฉpression et mรฉlancolieโ).
๐ก๐๐น๐น๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐๐๐๐๐ผ ๐พ๐๐ฒ๐๐๐ผ ๐ฒฬ ๐๐ฒ๐ฟ๐ผ: ๐น๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ฐ๐ผ๐ป๐ณ๐ฒ๐ฟ๐ถ๐๐ฐ๐ฒ ๐ฎ ๐ป๐ฒ๐๐๐๐ป๐ผ ๐๐ป๐ฎ ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐น๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ณ๐ถ๐ป๐ฒ๐๐๐ฎ ๐ฑโ๐ฎ๐ป๐ถ๐บ๐ผ ๐ฒ ๐ฎ๐ฐ๐๐๐ฒ๐๐๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐ถ๐ป๐ด๐ฒ๐ด๐ป๐ผ, al contrario tende a ottundere chi ne รจ colpito, come puรฒ constatare chiunque ripensando ai propri momenti di tristezza profonda, se mai gli sono occorsi. Quando una persona che soffre di depressione dimostra grande ingegno o spiccata sensibilitร artistica, queste qualitร le possiede non โgrazie aโ ma โnonostanteโ la depressione. Dunque, chi รจ affetto da depressione ha tutto il diritto di chiedere aiuto ed essere curato. Sono cattivi consiglieri coloro che guardano con ammirazione la sofferenza (altrui) e suggeriscono di โfarcela da soliโ, di โbuttare via le medicineโ, di โnon dar retta ai mediciโ. Non ascoltateli mai.
๐ฎ) ๐๐ฎ ๐๐ฒ๐ฐ๐ผ๐ป๐ฑ๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ถ๐ฑ๐ฒ๐ฟ๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฝ๐ผ๐๐ฟ๐ฎฬ, ๐ถ๐ป๐๐ฒ๐ฐ๐ฒ, ๐๐๐ผ๐ป๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐บ๐ฒ๐ป๐ผ ๐ผ๐๐๐ถ๐ฎ: ๐ถ๐ป๐ณ๐ฎ๐๐๐ถ, ๐ฑ๐ผ๐ฝ๐ผ ๐๐ฎ๐ป๐๐ถ ๐ฎ๐ป๐ป๐ถ, ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐๐ฒ๐บ๐ฝ๐ฟ๐ฒ ๐ฝ๐ถ๐ฬ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ถ๐ป๐๐ผ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฒ๐๐ถ๐๐๐ฎ ๐๐ผ๐น๐ผ ๐๐ป๐ฎ ๐บ๐ฎ๐น๐ฎ๐๐๐ถ๐ฎ ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐น๐ฒ o, perlomeno, che ci sia un solo comune fondamento per tutte le malattie mentali. I disturbi mentali sono costituiti da costellazioni di sintomi e segni non specifici. In ambito psicologico e psichiatrico, nessun sintomo o segno, o loro combinazione, รจ mai davvero patognomonico (cioรจ, permette di fare la diagnosi di certezza di un determinato disturbo). Al contrario, esiste una continua interscambiabilitร di manifestazioni patologiche ed รจ impossibile individuare combinazioni di variabili che siano condizione sufficiente e necessaria per fare una diagnosi differenziale (cioรจ, che permettano di distinguere un quadro morboso da un altro). Persino i test diagnostici utilizzati in psicologia e psichiatria hanno solo unโutilitร statistica o, al massimo, medico-legale, ma forniscono indicazione cliniche assai approssimative e grossolane.
๐ก๐ฒ๐ถ ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐บ๐ถ ๐ฑ๐ฒ๐น๐นโ๐ข๐๐๐ผ๐ฐ๐ฒ๐ป๐๐ผ, ๐ฎ๐ด๐น๐ถ ๐ฎ๐น๐ฏ๐ผ๐ฟ๐ถ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐ฝ๐๐ถ๐ฐ๐ต๐ถ๐ฎ๐๐ฟ๐ถ๐ฎ ๐๐ฐ๐ถ๐ฒ๐ป๐๐ถ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ฎ, ๐น๐ฎ ๐๐ฒ๐ผ๐ฟ๐ถ๐ฎ ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐ฎ๐น๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฒ๐ฟ๐ฎ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐ถ ๐ณ๐ผ๐๐๐ฒ ๐๐ป๐ฎ ๐๐ผ๐น๐ฎ ๐บ๐ฎ๐น๐ฎ๐๐๐ถ๐ฎ ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐น๐ฒ, corrispondente a una progressiva, e sempre piรน grave, insufficienza delle funzioni cerebrali (๐๐ช๐ฏ๐ฉ๐ฆ๐ช๐ต๐ด๐ฑ๐ด๐บ๐ค๐ฉ๐ฐ๐ด๐ฆ). Il principale sistematizzatore di questo approccio fu il tedesco ๐ช. ๐๐ฟ๐ถ๐ฒ๐๐ถ๐ป๐ด๐ฒ๐ฟ. Per molte ragioni poi, questa visione perse credito e, verso la fine dellโOttocento e per quasi tutto il Novecento, si affermรฒ lโidea che anche in psichiatria, come nel resto della medicina, esistessero malattie distinte, separate le une dalle altre, ciascuna caratterizzata da una o piรน specifiche cause, sintomi, decorso e alterazioni anatomiche (macroscopiche o microscopiche o, addirittura, solo molecolari). Eppure, nonostante tutti i tentativi in tal senso, lโesistenza di entitร nosografiche (malattie) distinte non fu mai davvero provata e ancor oggi sfugge a una dimostrazione rigorosa.
๐ฃ๐๐ถ๐ฐ๐ต๐ถ๐ฎ๐๐ฟ๐ถ ๐ฒ ๐ฝ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ถ ๐ฐ๐น๐ถ๐ป๐ถ๐ฐ๐ถ ๐ต๐ฎ๐ป๐ป๐ผ ๐ฐ๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ฎ๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ฟ๐ถ๐ฐ๐ผ๐ป๐ฐ๐ถ๐น๐ถ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐น๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ฟ๐ฎ๐ฑ๐ฑ๐ถ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐๐ฟ๐ฎ ๐๐ฒ๐ผ๐ฟ๐ถ๐ฎ ๐ฒ ๐ฝ๐ฟ๐ฎ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ utilizzando sempre piรน spesso categorie come โco-morbilitร โ, โstati limiteโ, โstati mistiโ e ricorrendo a fantasiose combinazioni diagnostiche (psicosi schizoaffettive, disturbi ossessivo-psicotici, somatoformi-schizofrenici, ecc.) che spesso rispondevano soprattutto alla โmodaโ del momento. Da qualche anno, ad esempio, si sente molto parlare di disturbi โbipolariโ. Il mio sospetto รจ che oggi questa diagnosi serva principalmente a giustificare lโuso contemporaneo, nello stesso malato, di due classi di psicofarmaci che nacquero, invece, per usi separati: gli antipsicotici e gli stabilizzatori dellโumore. In realtร , lโattuale psicofarmacologia, pur basandosi, almeno ufficialmente, sulle tradizionali classi di medicinali, non le rispetta praticamente piรน. Sta diventando evidente che quasi tutti gli psicofarmaci trovano indicazione in quasi tutte le affezioni. La poli-prescrizione, spesso disprezzata scientificamente, รจ diventata una pratica comune di quasi tutti gli specialisti.
๐ก๐ฒ๐น ๐ณ๐ฟ๐ฎ๐๐๐ฒ๐บ๐ฝ๐ผ, ๐ฎ ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐๐ถ๐ฟ๐ฒ ๐ฑ๐ฎ๐ด๐น๐ถ ๐ฎ๐ป๐ป๐ถ ๐ญ๐ต๐ด๐ฌ, ๐ป๐๐บ๐ฒ๐ฟ๐ผ๐๐ถ ๐๐๐๐ฑ๐ถ ๐ด๐ฒ๐ป๐ฒ๐๐ถ๐ฐ๐ถ ๐ต๐ฎ๐ป๐ป๐ผ ๐ถ๐ป๐ถ๐๐ถ๐ฎ๐๐ผ ๐ฎ ๐๐๐ด๐ด๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฟ๐ฒ ๐๐ป ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ถ๐ป๐๐๐บ ๐๐ฟ๐ฎ ๐น๐ฒ ๐ฝ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐๐ถ, cioรจ tra le malattie mentali piรน gravi. In particolare, nel 2013, lo ๐๐ด๐บ๐ค๐ฉ๐ช๐ข๐ต๐ณ๐ช๐ค ๐๐ฆ๐ฏ๐ฐ๐ฎ๐ช๐ค๐ด ๐๐ฐ๐ฏ๐ด๐ฐ๐ณ๐ต๐ช๐ถ๐ฎ (il piรน importante consorzio internazionale dedicato alla genetica dei disturbi mentali) ha dimostrato su un campione molto vasto, di quasi trentaquattromila pazienti (๐๐ข๐ต๐ถ๐ณ๐ฆ ๐๐ฆ๐ฏ๐ฆ๐ต๐ช๐ค๐ด - ๐ฅ๐ฐ๐ช: 10.1038/๐ฏ๐จ.2711), che i cinque disturbi psichiatrici maggiori (autismo, disturbo da deficit di attenzione e iperattivitร , disturbo bipolare, depressione e schizofrenia) hanno profili genetici uguali, cioรจ geneticamente parlando sono una sola malattia. Cosรฌ, clinici e ricercatori hanno cominciato a domandarsi se si debba riconsiderare lโipotesi della malattia mentale unica o, perlomeno, quella di un unico fondamento comune a tutte le malattie mentali. Ho lโimpressione che la risposta a questa domanda sia un poโ come la famosa lettera rubata del racconto di E.A.Poe: talmente evidente che nessuno riesce a vederla.
๐ก๐ฒ๐น ๐ญ๐ต๐ญ๐ฎ, ๐๐ฎ๐ฟ๐น ๐๐ฏ๐ฟ๐ฎ๐ต๐ฎ๐บ, ๐๐ป๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐ถ ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐บ๐ถ ๐ฎ๐น๐น๐ถ๐ฒ๐๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐๐ฟ๐ฒ๐๐ฑ, ๐๐ฒ๐ป๐ป๐ฒ ๐๐ป๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป๐ณ๐ฒ๐ฟ๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐๐ โLโindagine e il trattamento psicoanalitico della pazzia maniaco-depressiva e delle condizioni correlateโ. Il testo della conferenza si aprรฌ con lโaffermazione โ๐ญโ๐ข๐ง๐ง๐ฆ๐ต๐ต๐ฐ ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ข ๐ฅ๐ฆ๐ฑ๐ณ๐ฆ๐ด๐ด๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ฆฬ ๐ฅ๐ช๐ง๐ง๐ถ๐ด๐ฐ ๐ช๐ฏ ๐ต๐ถ๐ต๐ต๐ฆ ๐ญ๐ฆ ๐ง๐ฐ๐ณ๐ฎ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ฏ๐ฆ๐ท๐ณ๐ฐ๐ด๐ช ๐ฆ ๐ฑ๐ด๐ช๐ค๐ฐ๐ด๐ช ๐ฒ๐ถ๐ข๐ฏ๐ต๐ฐ ๐ฒ๐ถ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฐ ๐ฅ๐ฆ๐ญ๐ญโ๐ข๐ฏ๐จ๐ฐ๐ด๐ค๐ช๐ข [โฆ] ๐๐ฏ๐จ๐ฐ๐ด๐ค๐ช๐ข ๐ฆ ๐ฅ๐ฆ๐ฑ๐ณ๐ฆ๐ด๐ด๐ช๐ฐ๐ฏ๐ฆ ๐ด๐ฐ๐ฏ๐ฐ ๐ต๐ณ๐ข ๐ญ๐ฐ๐ณ๐ฐ ๐ค๐ฐ๐ญ๐ญ๐ฆ๐จ๐ข๐ต๐ฆ ๐ข๐ญ๐ญ๐ฐ ๐ด๐ต๐ฆ๐ด๐ด๐ฐ ๐ฎ๐ฐ๐ฅ๐ฐ ๐ค๐ฐ๐ฎ๐ฆ ๐ญ๐ฐ ๐ด๐ฐ๐ฏ๐ฐ ๐ญ๐ข ๐ฑ๐ข๐ถ๐ณ๐ข ๐ฆ ๐ช๐ญ ๐ฅ๐ฐ๐ญ๐ฐ๐ณ๐ฆโ. Questa affermazione non fu mai ripresa seriamente nรฉ da Abraham nรฉ da altri psicoanalisti (compreso Freud). Eppure, Abraham descriveva in modo semplice e diretto unโesperienza universale, un fatto comprensibile e chiaro, che chiunque poteva verificare: non esiste disagio psicologico โ di qualsiasi tipo e gravitร - che non implichi una sensazione di dolore e paura. Ecco, quindi, la mia terza considerazione (che, scherzosamente, potremmo chiamare il "๐๐ฒ๐ผ๐ฟ๐ฒ๐บ๐ฎ ๐ณ๐ผ๐ป๐ฑ๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐น๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐ถ ๐ฑ๐ถ๐๐๐๐ฟ๐ฏ๐ถ ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐น๐ถโ):
๐ฏ) ๐ข๐ด๐ป๐ถ ๐ฑ๐ถ๐๐๐๐ฟ๐ฏ๐ผ ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐น๐ฒ ๐ผ ๐ฒฬ ๐๐ป ๐๐ฒ๐ป๐๐ถ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ฝ๐ฎ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฒ ๐ฑ๐ผ๐น๐ผ๐ฟ๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ด๐ถ๐๐๐๐ถ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ฎ๐ฏ๐ถ๐น๐ฒ ๐ถ๐ป ๐ฏ๐ฎ๐๐ฒ ๐ฎ๐ถ ๐ฑ๐ฎ๐๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐ฟ๐ฒ๐ฎ๐น๐๐ฎฬ ๐ผ ๐ฒฬ ๐๐ป๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฏ๐ถ๐ป๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฑ๐ถ ๐๐ฎ๐ฟ๐ถ ๐๐ถ๐ป๐๐ผ๐บ๐ถ ๐ด๐ฒ๐ป๐ฒ๐ฟ๐ฎ๐๐ถ ๐ฒ ๐๐ผ๐๐๐ฒ๐ป๐๐๐ถ ๐ฑ๐ฎ ๐ฝ๐ฎ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฒ ๐ฑ๐ผ๐น๐ผ๐ฟ๐ฒ. Uso i termini โpauraโ e โdoloreโ per indicare in modo semplice e chiaro, come fece Abraham, i due sentimenti nella loro forma piรน essenziale ed elementare. Ogni lingua ha elaborato un gran numero di parole per indicare diverse sfumature di paura e dolore. Alcune di queste parole hanno acquisito anche un significato tecnico (ansia, angoscia, depressione, disforia, ecc.) e sono state usate per descrivere con piรน precisione situazioni cliniche diverse tra loro. Queste differenze sono importanti ma restano pur sempre sfumature di uno stesso fenomeno, come le diverse tonalitร di un colore o gli armonici di una stessa nota musicale. Per semplificare e rendere meno faticosa la lettura dellโarticolo, io userรฒ quasi sempre i termini paura e dolore per riferirmi allโintero spettro di emozioni collegate.
๐ฃ๐ฎ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฒ ๐ฑ๐ผ๐น๐ผ๐ฟ๐ฒ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ถ๐น ๐บ๐ผ๐๐ถ๐๐ผ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ ๐ฐ๐๐ถ ๐น๐ฒ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฐ๐ต๐ถ๐ฒ๐ฑ๐ผ๐ป๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐ฒ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ ๐ฎ๐ถ๐๐๐ฎ๐๐ฒ. Alcune persone giungono dal medico, dallo psicologo, dallo psicoanalista proprio perchรฉ soffrono di paura o di dolore immotivati o eccessivi: sono coloro che hanno disturbi dโansia (crisi di panico, ansia sociale, fobie e cosรฌ via) o che lamentano varie forme di depressione (da un senso di generale insoddisfazione e disagio, sino a una totale perdita di interesse nel lavoro o nello studio, a situazioni di profonda tristezza e pensieri di rovina e di morte). Altri pazienti si presentano con sintomi diversi: rituali ossessivi, disturbi somatici, inibizioni di vario tipo, disturbi alimentari, insonnia e iperattivitร , allucinazioni, idee bizzarre, pensieri di persecuzione. Anche costoro, perรฒ, hanno deciso di rivolgersi a uno specialista perchรฉ il loro sintomo (o insieme di sintomi) genera direttamente o indirettamente paura e dolore. Di fatto, la sofferenza psichica รจ sempre paura e dolore. Se paura e dolore sono assenti, le persone non si sentono malate e non chiedono di essere curate, qualunque siano le loro condizioni mentali valutate โoggettivamenteโ. Quando, per avventura, uno di questi โpazientiโ che non si sentono malati giunge nello studio del medico (perchรฉ portato da un familiare o sotto qualche altra pressione sociale) รจ facile prevedere che se ne andrร non appena gli sarร possibile.
๐๐น ๐ฑ๐ถ๐๐ฎ๐ด๐ถ๐ผ ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐น๐ฒ ๐ต๐ฎ, ๐๐๐๐๐ฎ๐๐ถ๐ฎ, ๐๐ป๐ฎ ๐๐๐ฎ ๐ผ๐ด๐ด๐ฒ๐๐๐ถ๐๐ถ๐๐ฎฬ, ๐ป๐ผ๐ป ๐ฒฬ ๐๐ผ๐น๐ผ ๐๐ป๐ฎ ๐ฐ๐ผ๐ป๐ฑ๐ถ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐๐ผ๐ด๐ด๐ฒ๐๐๐ถ๐๐ฎ. Origina da un grande numero di cause e concause: fisiche, genetiche, chimiche, psicologiche, ambientali, sociali e altre ancora. Lโosservazione clinica dimostra, perรฒ, che tutta questa molteplicitร di fattori concorre a generare sempre le due stesse reazioni elementari: paura e dolore. In linguaggio medico, diremmo che le malattie mentali (dalle piรน lievi alle piรน gravi) hanno numerose e concomitanti eziologie ma sempre la medesima patogenesi (qui si aprirebbe unโinteressantissima questione che non si puรฒ, perรฒ, discutere ora: poichรฉ lโesperienza della paura e del dolore psicologici, non generati da eventi esterni, รจ universale e precoce in tutti gli esseri umani, questo significa che tutti abbiamo sofferto di un disturbo mentale nelle fasi iniziali della nostra vita? Una geniale e controversa psicoanalista inglese, ๐ ๐ฒ๐น๐ฎ๐ป๐ถ๐ฒ ๐๐น๐ฒ๐ถ๐ป, lo pensava).
๐๐น ๐ป๐๐ฐ๐น๐ฒ๐ผ ๐ถ๐ป๐ถ๐๐ถ๐ฎ๐น๐ฒ ๐ฑ๐ถ ๐ฝ๐ฎ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฒ ๐ฑ๐ผ๐น๐ผ๐ฟ๐ฒ ๐ฝ๐๐ผฬ, ๐พ๐๐ถ๐ป๐ฑ๐ถ, ๐ผ๐ฟ๐ด๐ฎ๐ป๐ถ๐๐๐ฎ๐ฟ๐๐ถ ๐ฑ๐ถ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ถ๐ป ๐บ๐ฎ๐น๐ฎ๐๐๐ถ๐ฎ ๐ผ๐ฝ๐ฝ๐๐ฟ๐ฒ ๐ด๐ฒ๐ป๐ฒ๐ฟ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐๐ถ๐ป๐๐ผ๐บ๐ถ ๐ฑ๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐๐ถ ๐ฒ ๐ฑ๐ถ ๐ฑ๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐๐ฎ ๐ด๐ฟ๐ฎ๐๐ถ๐๐ฎฬ. Questi sintomi, che si potrebbero chiamare โsecondariโ, hanno lโobiettivo di contrastare, o perlomeno lenire, la sofferenza psicologica. Purtroppo, questi tentativi di autoguarigione quasi sempre falliscono e diventano loro stessi causa di ulteriore sofferenza. Questo decorso รจ facilmente osservabile in gran parte dei malati. Ad esempio, una persona che soffre di crisi dโansia quando entra in un luogo chiuso (claustrofobia) puรฒ iniziare a evitare tutti i luoghi chiusi. Inizialmente, il sintomo secondario (il rifiuto di entrare in spazi ristretti) riuscirร a impedire lโesplodere della paura. Dopo un poโ, perรฒ, i luoghi โproibitiโ si moltiplicheranno: il malato non potrร piรน viaggiare in treno o in aereo e persino gli sarร precluso guidare lโautomobile. Alla fine, la sua vita diventerร un ginepraio di proibizioni e un vero inferno.
๐๐ถ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ฎ๐ป๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฐ๐ฎ๐๐ถ ๐ถ๐ป ๐ฐ๐๐ถ ๐ถ ๐๐ถ๐ป๐๐ผ๐บ๐ถ ๐๐ฒ๐ฐ๐ผ๐ป๐ฑ๐ฎ๐ฟ๐ถ ๐ฟ๐ถ๐ฒ๐๐ฐ๐ผ๐ป๐ผ ๐ฎ๐ฑ ๐ผ๐๐๐ฒ๐ป๐ฒ๐ฟ๐ฒ, ๐ฎ๐น๐บ๐ฒ๐ป๐ผ ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐๐ถ๐ฎ๐น๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ, ๐ถ๐น ๐น๐ผ๐ฟ๐ผ ๐๐ฐ๐ผ๐ฝ๐ผ, seppure a prezzo di importanti limitazioni o bizzarrie nella vita delle persone. Sono โguarigioni per difettoโ che conducono alla situazione in cui una persona รจ โoggettivamenteโ malata di mente (a volte persino in modo grave) ma รจ riuscita a rendere latenti paura e dolore, a non avvertirli quasi piรน. In questi casi, la sofferenza psicologica non รจ stata davvero risolta ma รจ stata solo nascosta a sรฉ stessi e agli altri. Ecco perchรฉ queste persone, se condotte โa forzaโ a curarsi, scappano appena possono: pur senza dirselo apertamente, avvertono il pericolo che lโintervento esterno rompa il fragile equilibrio che hanno raggiunto (e magari anche perdano i vantaggi pratici che a volte ne hanno ricavato).
๐จ๐ป ๐ฎ๐๐ฝ๐ฒ๐๐๐ผ ๐ถ๐ป๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ฎ๐ป๐๐ฒ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐ถ ๐๐ฐ๐ผ๐ฝ๐ฟ๐ฒ ๐ป๐ฒ๐น ๐ฐ๐ผ๐ฟ๐๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐ฐ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฝ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐ฎ๐ป๐ฎ๐น๐ถ๐๐ถ๐ฐ๐ฎ ๐ฒฬ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฝ๐ฎ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฒ ๐ฑ๐ผ๐น๐ผ๐ฟ๐ฒ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐๐ผ๐น๐ผ ๐ถ๐ป ๐ฎ๐ฝ๐ฝ๐ฎ๐ฟ๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฑ๐ถ๐๐๐ถ๐ป๐๐ถ, ma sono, invece, le due facce di una medesima medaglia. Non รจ raro, infatti, che la paura serva a tener lontano il dolore, cosรฌ come il dolore insorga come conseguenza della paura. In realtร , qualunque sia lโeziologia di una determinata malattia mentale, paura e dolore sembrano essere sempre generate da unโidentica esperienza (reale o fantasticata): la solitudine. Questa affermazione deve essere rapidamente spiegata per evitare equivoci. Da molti anni la psicoanalisi, la psicologia sperimentale, lโetologia, la neurobiologia studiano attaccamento e abbandono come fattori critici nello sviluppo delle malattie mentali. A partire dalla cronaca di ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฆ๐ฎ๐น๐ถ๐บ๐ฏ๐ฒ๐ป๐ฒ dellโesperimento dell'imperatore Federico II di Svevia (1194-1250) sino alle osservazioni, negli anni 1950, dei coniugi ๐๐ฎ๐ฟ๐น๐ผ๐ sulle scimmiette e di ๐ฅ๐ฒ๐ป๐ฒฬ ๐ฆ๐ฝ๐ถ๐๐ sui neonati ospedalizzati, si sa bene che la deprivazione da contatto puรฒ portare addirittura alla morte (e lo si รจ tragicamente verificato anche durante lโepidemia di COVID, tra gli anziani ricoverati nelle RSA). Tuttavia, parlando di solitudine io non mi riferisco tanto a queste esperienze di abbandono, quanto alla solitudine descritta da ๐ฃ๐ฎ๐๐น ๐๐๐๐๐ฒ๐ฟ nella sua opera piรน bella e tragica, โLโinvenzione della solitudineโ.
๐๐๐ฎ๐ฟ๐ฑ๐ฎ๐ป๐ฑ๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐ป๐๐ฟ๐ผ ๐๐ฒฬ ๐๐๐ฒ๐๐๐ถ ๐ฒ ๐ผ๐๐๐ฒ๐ฟ๐๐ฎ๐ป๐ฑ๐ผ ๐น๐ฒ ๐๐ถ๐๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฒ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐๐ผ๐ป๐ฒ ๐ป๐ผ๐ป ๐ฒฬ ๐ฑ๐ถ๐ณ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ถ๐น๐ฒ ๐ฎ๐ฐ๐ฐ๐ผ๐ฟ๐ด๐ฒ๐ฟ๐๐ถ ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐น๐ฎ ๐๐ผ๐น๐ถ๐๐๐ฑ๐ถ๐ป๐ฒ ๐ฝ๐ถ๐ฬ ๐๐ฟ๐ฒ๐บ๐ฒ๐ป๐ฑ๐ฎ, quella che tutti temiamo e che โ quando ci coglie โ ci getta nello sconforto piรน profondo, รจ quella che nasce dentro di noi, dalle nostre rabbie, dallโodio e dallโinvidia verso coloro che sono legati a noi, a cui pure vogliamo bene. La cosa piรน tremenda non รจ essere abbandonati da chi amiamo, ma abbandonarlo noi, tradirlo. Questa รจ lโessenza dellโesperienza della solitudine che genera un deserto nellโanimo umano. Questo deserto, da cui nessuno totalmente sfugge, lo si cerca, poi, di occupare con mille cose, che, a ben vedere, sono giร sintomi di disagio mentale ma che, essendo โnormaliโ nella nostra societร , vengono accettate di buon grado. Da questo deserto nascono, come vento forte, anche paura e dolore, di cui tutti sentiamo dolorosa la presenza e sotto il cui peso alcuni di noi soccombono. "Ma la notte risurge, e oramai รจ da partir, chรฉ tutto avem veduto".
๐ค๐๐ถ ๐บ๐ถ ๐ณ๐ฒ๐ฟ๐บ๐ผ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ต๐ฒฬ ๐พ๐๐ฒ๐๐๐ผ ๐ฎ๐ฟ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐น๐ผ ๐ต๐ฎ ๐ด๐ถ๐ฎฬ ๐ฟ๐ฎ๐ด๐ด๐ถ๐๐ป๐๐ผ ๐๐ป๐ฎ ๐น๐๐ป๐ด๐ต๐ฒ๐๐๐ฎ ๐ถ๐บ๐ฝ๐ผ๐๐๐ถ๐ฏ๐ถ๐น๐ฒ e sospetto che ben pochi di voi saranno giunti sino alla fine. Mi ero ripromesso di rispondere ad alcune domande: temo di averne, invece, solo create altre e che ora davvero non sappiate cos'รจ la depressione. Vi chiedo perdono. Da qualche parte (mi sembra ne "LโIdiota"), ๐๐ผ๐๐๐ผ๐ฒ๐๐๐ธ๐ถ๐ท ha scritto โ๐๐ช๐ด๐ฐ๐จ๐ฏ๐ข ๐ค๐ข๐ฑ๐ช๐ณ๐ฆ ๐ฎ๐ฐ๐ญ๐ต๐ฆ ๐ค๐ฐ๐ด๐ฆ ๐ฑ๐ฆ๐ณ ๐ณ๐ช๐ถ๐ด๐ค๐ช๐ณ๐ฆ ๐ข ๐ฏ๐ฐ๐ฏ ๐ค๐ข๐ฑ๐ช๐ณ๐ฏ๐ฆ ๐ถ๐ฏ๐ขโ.
๐ผ๐๐๐๐ค! ๐ผ๐ฅ๐ฅ๐ก๐๐ช๐๐๐ฉ๐, ๐ซ๐๐ซ๐๐ฉ๐ ๐ ๐๐๐ซ๐๐ฉ๐.
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