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  • Immagine del redattoreEmilio Mordini

CHE COS'รˆ LA DEPRESSIONE ?

๐—ค๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ผ ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ ๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐—ฝ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฑ ๐—ฎ๐—น๐—ฐ๐˜‚๐—ป๐—ฒ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—บ๐—ถ ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฒ๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ผ. ๐—ฃ๐—ฎ๐—ฟ๐—น๐—ฒ๐—ฟ๐—ผฬ€ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ฎ ๐—ฒฬ€ ๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ. Non aspettatevi โ€œ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ช ๐˜ฆ๐˜ท๐˜ช๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ช๐˜ง๐˜ช๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ณ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฐ โ€ฆโ€, denunzie dei danni psicologici causati dal lockdown o da internet, accuse al sistema sanitario pubblico, numeri e statistiche. Tutta questa mercanzia non รจ la mia ๐˜ค๐˜ถ๐˜ฑ ๐˜ฐ๐˜ง ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ข. Posso solo parlarvi di quello che in tanti anni ho visto dal piccolo osservatorio del mio studio di psicoanalista: prima a Roma, poi a Parigi e infine in questo antico borgo, tra Venezia e Trieste, dove ora vivo. Non unโ€™idea in questo articolo รจ davvero nuova. Di mio, cโ€™รจ unicamente il modo in cui queste idee sono presentate, attraverso tre semplici considerazioni, in modo che chiunque possa verificarle e, se vuole, accettarle o confutarle.


๐Ÿญ) ๐—Ÿ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—บ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜€๐—ถ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฒฬ€ ๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐—ผ๐˜ƒ๐˜ƒ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜๐˜‚๐˜๐˜๐—ฒ: ๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฒฬ€ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฎ๐˜๐˜๐—ถ๐—ฎ. Lโ€™affermazione puรฒ sembrare scontata, ma non lo รจ. Da sempre nella nostra cultura, si รจ pensato che sentimenti come malinconia, tristezza, pessimismo fossero appannaggio โ€“ almeno entro certi limiti - di persone dotate di particolare intelligenza e sensibilitร , specialmente di artisti. Generazioni di professoresse di liceo hanno insegnato che il โ€œpessimismo leopardianoโ€ fu il portato di un temperamento malato, lo stesso che fece dello sventurato Giacomo un grande poeta. Divulgatori, televisivi o sui social, spiegano che Chopin fu spinto a comporre dalla grande sofferenza interiore e che Van Gogh pagรฒ con la follia la sua genialitร  artistica. Anche la psicoanalisi รจ caduta, a volte, in questo inganno: ๐—๐˜‚๐—ป๐—ด, ad esempio, riteneva che la depressione e la sofferenza mentale potessero indicare la strada per accedere a una superiore spiritualitร . Recentemente, la โ€œpsicanalistaโ€ e filosofa francese ๐—๐˜‚๐—น๐—ถ๐—ฎ ๐—ž๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฒ๐˜ƒ๐—ฎ ha argomentato che lโ€™esperienza del sublime โ€“ lโ€™abisso vertiginoso di cui parla Schiller โ€“ avrebbe origine dalla melanconia (cfr. โ€œSoleil noir: Dรฉpression et mรฉlancolieโ€).


๐—ก๐˜‚๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜๐˜‚๐˜๐˜๐—ผ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐—ผ: ๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ณ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐—ฐ๐—ฒ ๐—ฎ ๐—ป๐—ฒ๐˜€๐˜€๐˜‚๐—ป๐—ผ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ณ๐—ถ๐—ป๐—ฒ๐˜‡๐˜‡๐—ฎ ๐—ฑโ€™๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐—บ๐—ผ ๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฐ๐˜‚๐˜๐—ฒ๐˜‡๐˜‡๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ถ๐—ป๐—ด๐—ฒ๐—ด๐—ป๐—ผ, al contrario tende a ottundere chi ne รจ colpito, come puรฒ constatare chiunque ripensando ai propri momenti di tristezza profonda, se mai gli sono occorsi. Quando una persona che soffre di depressione dimostra grande ingegno o spiccata sensibilitร  artistica, queste qualitร  le possiede non โ€œgrazie aโ€ ma โ€œnonostanteโ€ la depressione. Dunque, chi รจ affetto da depressione ha tutto il diritto di chiedere aiuto ed essere curato. Sono cattivi consiglieri coloro che guardano con ammirazione la sofferenza (altrui) e suggeriscono di โ€œfarcela da soliโ€, di โ€œbuttare via le medicineโ€, di โ€œnon dar retta ai mediciโ€. Non ascoltateli mai.


๐Ÿฎ) ๐—Ÿ๐—ฎ ๐˜€๐—ฒ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜€๐—ถ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฝ๐—ผ๐˜๐—ฟ๐—ฎฬ€, ๐—ถ๐—ป๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฐ๐—ฒ, ๐˜€๐˜‚๐—ผ๐—ป๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐—ผ ๐—ผ๐˜ƒ๐˜ƒ๐—ถ๐—ฎ: ๐—ถ๐—ป๐—ณ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ถ, ๐—ฑ๐—ผ๐—ฝ๐—ผ ๐˜๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ถ ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ถ, ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜€๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜ƒ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฒ๐˜€๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ผ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฎ๐˜๐˜๐—ถ๐—ฎ ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—น๐—ฒ o, perlomeno, che ci sia un solo comune fondamento per tutte le malattie mentali. I disturbi mentali sono costituiti da costellazioni di sintomi e segni non specifici. In ambito psicologico e psichiatrico, nessun sintomo o segno, o loro combinazione, รจ mai davvero patognomonico (cioรจ, permette di fare la diagnosi di certezza di un determinato disturbo). Al contrario, esiste una continua interscambiabilitร  di manifestazioni patologiche ed รจ impossibile individuare combinazioni di variabili che siano condizione sufficiente e necessaria per fare una diagnosi differenziale (cioรจ, che permettano di distinguere un quadro morboso da un altro). Persino i test diagnostici utilizzati in psicologia e psichiatria hanno solo unโ€™utilitร  statistica o, al massimo, medico-legale, ma forniscono indicazione cliniche assai approssimative e grossolane.


๐—ก๐—ฒ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—บ๐—ถ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—นโ€™๐—ข๐˜๐˜๐—ผ๐—ฐ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ, ๐—ฎ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ฎ๐—น๐—ฏ๐—ผ๐—ฟ๐—ถ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐—ฎ๐˜๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐˜€๐—ฐ๐—ถ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ถ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ, ๐—น๐—ฎ ๐˜๐—ฒ๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐˜ƒ๐—ฎ๐—น๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜ƒ๐—ถ ๐—ณ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ฒ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ฎ ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฎ๐˜๐˜๐—ถ๐—ฎ ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—น๐—ฒ, corrispondente a una progressiva, e sempre piรน grave, insufficienza delle funzioni cerebrali (๐˜Œ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฉ๐˜ฆ๐˜ช๐˜ต๐˜ด๐˜ฑ๐˜ด๐˜บ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ฆ). Il principale sistematizzatore di questo approccio fu il tedesco ๐—ช. ๐—š๐—ฟ๐—ถ๐—ฒ๐˜€๐—ถ๐—ป๐—ด๐—ฒ๐—ฟ. Per molte ragioni poi, questa visione perse credito e, verso la fine dellโ€™Ottocento e per quasi tutto il Novecento, si affermรฒ lโ€™idea che anche in psichiatria, come nel resto della medicina, esistessero malattie distinte, separate le une dalle altre, ciascuna caratterizzata da una o piรน specifiche cause, sintomi, decorso e alterazioni anatomiche (macroscopiche o microscopiche o, addirittura, solo molecolari). Eppure, nonostante tutti i tentativi in tal senso, lโ€™esistenza di entitร  nosografiche (malattie) distinte non fu mai davvero provata e ancor oggi sfugge a una dimostrazione rigorosa.


๐—ฃ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐—ฎ๐˜๐—ฟ๐—ถ ๐—ฒ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ด๐—ถ ๐—ฐ๐—น๐—ถ๐—ป๐—ถ๐—ฐ๐—ถ ๐—ต๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ ๐—ฐ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ฎ๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฐ๐—ถ๐—น๐—ถ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐—ฑ๐—ฑ๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐˜๐—ฒ๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ utilizzando sempre piรน spesso categorie come โ€œco-morbilitร โ€, โ€œstati limiteโ€, โ€œstati mistiโ€ e ricorrendo a fantasiose combinazioni diagnostiche (psicosi schizoaffettive, disturbi ossessivo-psicotici, somatoformi-schizofrenici, ecc.) che spesso rispondevano soprattutto alla โ€œmodaโ€ del momento. Da qualche anno, ad esempio, si sente molto parlare di disturbi โ€œbipolariโ€. Il mio sospetto รจ che oggi questa diagnosi serva principalmente a giustificare lโ€™uso contemporaneo, nello stesso malato, di due classi di psicofarmaci che nacquero, invece, per usi separati: gli antipsicotici e gli stabilizzatori dellโ€™umore. In realtร , lโ€™attuale psicofarmacologia, pur basandosi, almeno ufficialmente, sulle tradizionali classi di medicinali, non le rispetta praticamente piรน. Sta diventando evidente che quasi tutti gli psicofarmaci trovano indicazione in quasi tutte le affezioni. La poli-prescrizione, spesso disprezzata scientificamente, รจ diventata una pratica comune di quasi tutti gli specialisti.


๐—ก๐—ฒ๐—น ๐—ณ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—ผ, ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ถ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฎ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ถ ๐Ÿญ๐Ÿต๐Ÿด๐Ÿฌ, ๐—ป๐˜‚๐—บ๐—ฒ๐—ฟ๐—ผ๐˜€๐—ถ ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฑ๐—ถ ๐—ด๐—ฒ๐—ป๐—ฒ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ถ ๐—ต๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ ๐—ถ๐—ป๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ฎ๐˜๐—ผ ๐—ฎ ๐˜€๐˜‚๐—ด๐—ด๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜‚๐—ป ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ถ๐—ป๐˜‚๐˜‚๐—บ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐—น๐—ฒ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ถ, cioรจ tra le malattie mentali piรน gravi. In particolare, nel 2013, lo ๐˜—๐˜ด๐˜บ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ช๐˜ข๐˜ต๐˜ณ๐˜ช๐˜ค ๐˜Ž๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ช๐˜ค๐˜ด ๐˜Š๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ต๐˜ช๐˜ถ๐˜ฎ (il piรน importante consorzio internazionale dedicato alla genetica dei disturbi mentali) ha dimostrato su un campione molto vasto, di quasi trentaquattromila pazienti (๐˜•๐˜ข๐˜ต๐˜ถ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜Ž๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ช๐˜ค๐˜ด - ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ช: 10.1038/๐˜ฏ๐˜จ.2711), che i cinque disturbi psichiatrici maggiori (autismo, disturbo da deficit di attenzione e iperattivitร , disturbo bipolare, depressione e schizofrenia) hanno profili genetici uguali, cioรจ geneticamente parlando sono una sola malattia. Cosรฌ, clinici e ricercatori hanno cominciato a domandarsi se si debba riconsiderare lโ€™ipotesi della malattia mentale unica o, perlomeno, quella di un unico fondamento comune a tutte le malattie mentali. Ho lโ€™impressione che la risposta a questa domanda sia un poโ€™ come la famosa lettera rubata del racconto di E.A.Poe: talmente evidente che nessuno riesce a vederla.


๐—ก๐—ฒ๐—น ๐Ÿญ๐Ÿต๐Ÿญ๐Ÿฎ, ๐—ž๐—ฎ๐—ฟ๐—น ๐—”๐—ฏ๐—ฟ๐—ฎ๐—ต๐—ฎ๐—บ, ๐˜‚๐—ป๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—บ๐—ถ ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ถ๐—ฒ๐˜ƒ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—™๐—ฟ๐—ฒ๐˜‚๐—ฑ, ๐˜๐—ฒ๐—ป๐—ป๐—ฒ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ณ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐˜€๐˜‚ โ€œLโ€™indagine e il trattamento psicoanalitico della pazzia maniaco-depressiva e delle condizioni correlateโ€. Il testo della conferenza si aprรฌ con lโ€™affermazione โ€œ๐˜ญโ€™๐˜ข๐˜ง๐˜ง๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ฆฬ€ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ง๐˜ง๐˜ถ๐˜ด๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ต๐˜ถ๐˜ต๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ง๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ท๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ช ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ด๐˜ช๐˜ค๐˜ฐ๐˜ด๐˜ช ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญโ€™๐˜ข๐˜ฏ๐˜จ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ข [โ€ฆ] ๐˜ˆ๐˜ฏ๐˜จ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ข ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜จ๐˜ข๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ต๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ ๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ฅ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ถ๐˜ณ๐˜ข ๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฆโ€. Questa affermazione non fu mai ripresa seriamente nรฉ da Abraham nรฉ da altri psicoanalisti (compreso Freud). Eppure, Abraham descriveva in modo semplice e diretto unโ€™esperienza universale, un fatto comprensibile e chiaro, che chiunque poteva verificare: non esiste disagio psicologico โ€“ di qualsiasi tipo e gravitร  - che non implichi una sensazione di dolore e paura. Ecco, quindi, la mia terza considerazione (che, scherzosamente, potremmo chiamare il "๐˜๐—ฒ๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ๐—บ๐—ฎ ๐—ณ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฏ๐—ถ ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—น๐—ถโ€):


๐Ÿฏ) ๐—ข๐—ด๐—ป๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฏ๐—ผ ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐˜‚๐—ป ๐˜€๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ถ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ด๐—ถ๐˜‚๐˜€๐˜๐—ถ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—ฏ๐—ฎ๐˜€๐—ฒ ๐—ฎ๐—ถ ๐—ฑ๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฟ๐—ฒ๐—ฎ๐—น๐˜๐—ฎฬ€ ๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฏ๐—ถ๐—ป๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ ๐˜€๐—ถ๐—ป๐˜๐—ผ๐—บ๐—ถ ๐—ด๐—ฒ๐—ป๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐—ฒ ๐˜€๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฒ๐—ป๐˜‚๐˜๐—ถ ๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ. Uso i termini โ€œpauraโ€ e โ€œdoloreโ€ per indicare in modo semplice e chiaro, come fece Abraham, i due sentimenti nella loro forma piรน essenziale ed elementare. Ogni lingua ha elaborato un gran numero di parole per indicare diverse sfumature di paura e dolore. Alcune di queste parole hanno acquisito anche un significato tecnico (ansia, angoscia, depressione, disforia, ecc.) e sono state usate per descrivere con piรน precisione situazioni cliniche diverse tra loro. Queste differenze sono importanti ma restano pur sempre sfumature di uno stesso fenomeno, come le diverse tonalitร  di un colore o gli armonici di una stessa nota musicale. Per semplificare e rendere meno faticosa la lettura dellโ€™articolo, io userรฒ quasi sempre i termini paura e dolore per riferirmi allโ€™intero spettro di emozioni collegate.


๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ถ๐—น ๐—บ๐—ผ๐˜๐—ถ๐˜ƒ๐—ผ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ฐ๐˜‚๐—ถ ๐—น๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฐ๐—ต๐—ถ๐—ฒ๐—ฑ๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ๐—ถ๐˜‚๐˜๐—ฎ๐˜๐—ฒ. Alcune persone giungono dal medico, dallo psicologo, dallo psicoanalista proprio perchรฉ soffrono di paura o di dolore immotivati o eccessivi: sono coloro che hanno disturbi dโ€™ansia (crisi di panico, ansia sociale, fobie e cosรฌ via) o che lamentano varie forme di depressione (da un senso di generale insoddisfazione e disagio, sino a una totale perdita di interesse nel lavoro o nello studio, a situazioni di profonda tristezza e pensieri di rovina e di morte). Altri pazienti si presentano con sintomi diversi: rituali ossessivi, disturbi somatici, inibizioni di vario tipo, disturbi alimentari, insonnia e iperattivitร , allucinazioni, idee bizzarre, pensieri di persecuzione. Anche costoro, perรฒ, hanno deciso di rivolgersi a uno specialista perchรฉ il loro sintomo (o insieme di sintomi) genera direttamente o indirettamente paura e dolore. Di fatto, la sofferenza psichica รจ sempre paura e dolore. Se paura e dolore sono assenti, le persone non si sentono malate e non chiedono di essere curate, qualunque siano le loro condizioni mentali valutate โ€œoggettivamenteโ€. Quando, per avventura, uno di questi โ€œpazientiโ€ che non si sentono malati giunge nello studio del medico (perchรฉ portato da un familiare o sotto qualche altra pressione sociale) รจ facile prevedere che se ne andrร  non appena gli sarร  possibile.


๐—œ๐—น ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐—ฎ๐—ด๐—ถ๐—ผ ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ต๐—ฎ, ๐˜๐˜‚๐˜๐˜๐—ฎ๐˜ƒ๐—ถ๐—ฎ, ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐˜€๐˜‚๐—ฎ ๐—ผ๐—ด๐—ด๐—ฒ๐˜๐˜๐—ถ๐˜ƒ๐—ถ๐˜๐—ฎฬ€, ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒฬ€ ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ผ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐˜€๐—ผ๐—ด๐—ด๐—ฒ๐˜๐˜๐—ถ๐˜ƒ๐—ฎ. Origina da un grande numero di cause e concause: fisiche, genetiche, chimiche, psicologiche, ambientali, sociali e altre ancora. Lโ€™osservazione clinica dimostra, perรฒ, che tutta questa molteplicitร  di fattori concorre a generare sempre le due stesse reazioni elementari: paura e dolore. In linguaggio medico, diremmo che le malattie mentali (dalle piรน lievi alle piรน gravi) hanno numerose e concomitanti eziologie ma sempre la medesima patogenesi (qui si aprirebbe unโ€™interessantissima questione che non si puรฒ, perรฒ, discutere ora: poichรฉ lโ€™esperienza della paura e del dolore psicologici, non generati da eventi esterni, รจ universale e precoce in tutti gli esseri umani, questo significa che tutti abbiamo sofferto di un disturbo mentale nelle fasi iniziali della nostra vita? Una geniale e controversa psicoanalista inglese, ๐— ๐—ฒ๐—น๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐—ฒ ๐—ž๐—น๐—ฒ๐—ถ๐—ป, lo pensava).


๐—œ๐—น ๐—ป๐˜‚๐—ฐ๐—น๐—ฒ๐—ผ ๐—ถ๐—ป๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฝ๐˜‚๐—ผฬ€, ๐—พ๐˜‚๐—ถ๐—ป๐—ฑ๐—ถ, ๐—ผ๐—ฟ๐—ด๐—ฎ๐—ป๐—ถ๐˜‡๐˜‡๐—ฎ๐—ฟ๐˜€๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐—ฟ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฎ๐˜๐˜๐—ถ๐—ฎ ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐˜‚๐—ฟ๐—ฒ ๐—ด๐—ฒ๐—ป๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜€๐—ถ๐—ป๐˜๐—ผ๐—บ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ถ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ฎ ๐—ด๐—ฟ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ถ๐˜๐—ฎฬ€. Questi sintomi, che si potrebbero chiamare โ€œsecondariโ€, hanno lโ€™obiettivo di contrastare, o perlomeno lenire, la sofferenza psicologica. Purtroppo, questi tentativi di autoguarigione quasi sempre falliscono e diventano loro stessi causa di ulteriore sofferenza. Questo decorso รจ facilmente osservabile in gran parte dei malati. Ad esempio, una persona che soffre di crisi dโ€™ansia quando entra in un luogo chiuso (claustrofobia) puรฒ iniziare a evitare tutti i luoghi chiusi. Inizialmente, il sintomo secondario (il rifiuto di entrare in spazi ristretti) riuscirร  a impedire lโ€™esplodere della paura. Dopo un poโ€™, perรฒ, i luoghi โ€œproibitiโ€ si moltiplicheranno: il malato non potrร  piรน viaggiare in treno o in aereo e persino gli sarร  precluso guidare lโ€™automobile. Alla fine, la sua vita diventerร  un ginepraio di proibizioni e un vero inferno.


๐—–๐—ถ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฐ๐—ฎ๐˜€๐—ถ ๐—ถ๐—ป ๐—ฐ๐˜‚๐—ถ ๐—ถ ๐˜€๐—ถ๐—ป๐˜๐—ผ๐—บ๐—ถ ๐˜€๐—ฒ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฒ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ฎ๐—ฑ ๐—ผ๐˜๐˜๐—ฒ๐—ป๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ, ๐—ฎ๐—น๐—บ๐—ฒ๐—ป๐—ผ ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐˜‡๐—ถ๐—ฎ๐—น๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ, ๐—ถ๐—น ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ผ ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—ฝ๐—ผ, seppure a prezzo di importanti limitazioni o bizzarrie nella vita delle persone. Sono โ€œguarigioni per difettoโ€ che conducono alla situazione in cui una persona รจ โ€œoggettivamenteโ€ malata di mente (a volte persino in modo grave) ma รจ riuscita a rendere latenti paura e dolore, a non avvertirli quasi piรน. In questi casi, la sofferenza psicologica non รจ stata davvero risolta ma รจ stata solo nascosta a sรฉ stessi e agli altri. Ecco perchรฉ queste persone, se condotte โ€œa forzaโ€ a curarsi, scappano appena possono: pur senza dirselo apertamente, avvertono il pericolo che lโ€™intervento esterno rompa il fragile equilibrio che hanno raggiunto (e magari anche perdano i vantaggi pratici che a volte ne hanno ricavato).


๐—จ๐—ป ๐—ฎ๐˜€๐—ฝ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ผ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ถ ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ป๐—ฒ๐—น ๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐˜€๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ถ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ ๐—ฒฬ€ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ผ ๐—ถ๐—ป ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ป๐˜๐—ถ, ma sono, invece, le due facce di una medesima medaglia. Non รจ raro, infatti, che la paura serva a tener lontano il dolore, cosรฌ come il dolore insorga come conseguenza della paura. In realtร , qualunque sia lโ€™eziologia di una determinata malattia mentale, paura e dolore sembrano essere sempre generate da unโ€™identica esperienza (reale o fantasticata): la solitudine. Questa affermazione deve essere rapidamente spiegata per evitare equivoci. Da molti anni la psicoanalisi, la psicologia sperimentale, lโ€™etologia, la neurobiologia studiano attaccamento e abbandono come fattori critici nello sviluppo delle malattie mentali. A partire dalla cronaca di ๐—™๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฆ๐—ฎ๐—น๐—ถ๐—บ๐—ฏ๐—ฒ๐—ป๐—ฒ dellโ€™esperimento dell'imperatore Federico II di Svevia (1194-1250) sino alle osservazioni, negli anni 1950, dei coniugi ๐—›๐—ฎ๐—ฟ๐—น๐—ผ๐˜„ sulle scimmiette e di ๐—ฅ๐—ฒ๐—ป๐—ฒฬ ๐—ฆ๐—ฝ๐—ถ๐˜๐˜‡ sui neonati ospedalizzati, si sa bene che la deprivazione da contatto puรฒ portare addirittura alla morte (e lo si รจ tragicamente verificato anche durante lโ€™epidemia di COVID, tra gli anziani ricoverati nelle RSA). Tuttavia, parlando di solitudine io non mi riferisco tanto a queste esperienze di abbandono, quanto alla solitudine descritta da ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—น ๐—”๐˜‚๐˜€๐˜๐—ฒ๐—ฟ nella sua opera piรน bella e tragica, โ€œLโ€™invenzione della solitudineโ€.


๐—š๐˜‚๐—ฎ๐—ฟ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฟ๐—ผ ๐˜€๐—ฒฬ ๐˜€๐˜๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ ๐—ฒ ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ผ ๐—น๐—ฒ ๐˜ƒ๐—ถ๐˜๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒฬ€ ๐—ฑ๐—ถ๐—ณ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ถ๐—น๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐—ด๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ถ๐˜๐˜‚๐—ฑ๐—ถ๐—ป๐—ฒ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐˜๐—ฟ๐—ฒ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ, quella che tutti temiamo e che โ€“ quando ci coglie โ€“ ci getta nello sconforto piรน profondo, รจ quella che nasce dentro di noi, dalle nostre rabbie, dallโ€™odio e dallโ€™invidia verso coloro che sono legati a noi, a cui pure vogliamo bene. La cosa piรน tremenda non รจ essere abbandonati da chi amiamo, ma abbandonarlo noi, tradirlo. Questa รจ lโ€™essenza dellโ€™esperienza della solitudine che genera un deserto nellโ€™animo umano. Questo deserto, da cui nessuno totalmente sfugge, lo si cerca, poi, di occupare con mille cose, che, a ben vedere, sono giร  sintomi di disagio mentale ma che, essendo โ€œnormaliโ€ nella nostra societร , vengono accettate di buon grado. Da questo deserto nascono, come vento forte, anche paura e dolore, di cui tutti sentiamo dolorosa la presenza e sotto il cui peso alcuni di noi soccombono. "Ma la notte risurge, e oramai รจ da partir, chรฉ tutto avem veduto".


๐—ค๐˜‚๐—ถ ๐—บ๐—ถ ๐—ณ๐—ฒ๐—ฟ๐—บ๐—ผ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ต๐—ฒฬ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ผ ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ ๐—ต๐—ฎ ๐—ด๐—ถ๐—ฎฬ€ ๐—ฟ๐—ฎ๐—ด๐—ด๐—ถ๐˜‚๐—ป๐˜๐—ผ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—น๐˜‚๐—ป๐—ด๐—ต๐—ฒ๐˜‡๐˜‡๐—ฎ ๐—ถ๐—บ๐—ฝ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ฒ e sospetto che ben pochi di voi saranno giunti sino alla fine. Mi ero ripromesso di rispondere ad alcune domande: temo di averne, invece, solo create altre e che ora davvero non sappiate cos'รจ la depressione. Vi chiedo perdono. Da qualche parte (mi sembra ne "Lโ€™Idiota"), ๐——๐—ผ๐˜€๐˜๐—ผ๐—ฒ๐˜ƒ๐˜€๐—ธ๐—ถ๐—ท ha scritto โ€œ๐˜‰๐˜ช๐˜ด๐˜ฐ๐˜จ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ค๐˜ข๐˜ฑ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ด๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ณ๐˜ช๐˜ถ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ข ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ค๐˜ข๐˜ฑ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ขโ€.

๐˜ผ๐™™๐™™๐™ž๐™ค! ๐˜ผ๐™ฅ๐™ฅ๐™ก๐™–๐™ช๐™™๐™ž๐™ฉ๐™š, ๐™ซ๐™ž๐™ซ๐™š๐™ฉ๐™š ๐™š ๐™—๐™š๐™ซ๐™š๐™ฉ๐™š.



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