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Immagine del redattoreEmilio Mordini

LA DEBOLEZZA DELLA VOLONTร€ (5)


LA CURA

๐˜˜๐˜ถ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฆ ๐˜ถ๐˜ญ๐˜ต๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ณ๐˜ต๐˜ช๐˜ค๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ช๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ถ โ€œ๐˜“๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฃ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜ป๐˜ป๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ขฬ€ ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜จ๐˜ช๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆโ€ ๐˜ฆฬ€ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ค๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ญ ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ฎ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ค๐˜ถ๐˜ณ๐˜ข. ๐˜Š๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ด๐˜ช๐˜ค๐˜ฐ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ข๐˜ญ๐˜ช๐˜ด๐˜ต๐˜ข, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ท๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ข๐˜ท๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ถ ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ณ๐˜จ๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฐ. ๐˜๐˜ญ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ขฬ€, ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ง๐˜ข๐˜ต๐˜ต๐˜ช, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ข๐˜ฑ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ณ๐˜ต๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ช๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ด๐˜ช๐˜ค๐˜ฐ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ข๐˜ญ๐˜ช๐˜ต๐˜ช๐˜ค๐˜ข, ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ช๐˜ฐ ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆฬ ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ญโ€™๐˜ช๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ข ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ท๐˜ช๐˜ต๐˜ข ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ช๐˜ข ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ฃ๐˜ถ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ณ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ณ๐˜ช๐˜ด๐˜ถ๐˜ญ๐˜ต๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ช ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ข๐˜ญ๐˜ช ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ด๐˜ค๐˜ช. ๐˜›๐˜ถ๐˜ต๐˜ต๐˜ข๐˜ท๐˜ช๐˜ข, ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ป๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ขฬ€ ๐˜ฆฬ€ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ด๐˜ชฬ€ ๐˜ณ๐˜ข๐˜ฅ๐˜ช๐˜ค๐˜ข๐˜ต๐˜ข ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ฑ๐˜ช๐˜ฆ๐˜จ๐˜ข๐˜ป๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ช ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญโ€™๐˜ฆ๐˜ด๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ข ๐˜ถ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ฎ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ด๐˜ช๐˜ค๐˜ฐ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ข๐˜ญ๐˜ช๐˜ด๐˜ช ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ฉ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ถ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ง๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ข๐˜ท๐˜ท๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ข ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฐ.


๐—ฆ๐—ถ๐—ฎ ๐—™๐—ฟ๐—ฒ๐˜‚๐—ฑ ๐˜€๐—ถ๐—ฎ ๐—๐˜‚๐—ป๐—ด ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐˜€๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฐ๐—ถ๐—ผฬ€ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—บ๐˜‚๐—ผ๐˜ƒ๐—ฒ ๐—นโ€™๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜‚๐—บ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—ณ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ฒ ๐˜€๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฒ ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ผ ๐˜‚๐—ป โ€œ๐˜ƒ๐—ผ๐—น๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒโ€, sebbene entrambi non espressero mai questo concetto in modo pienamente esplicito. Lโ€™uomo vuole sempre provare piacere. Negli strati piรน profondi e originari della mente il desiderio di piacere coincide con la volontร  di raggiungerlo: per Freud, la distinzione tra desiderio e volontร  nasce solo quando lโ€™individuo รจ costretto a fare i conti con la realtร  e a differire il piacere. Anche Jung, seguendo una diversa strada, giunge a concludere che lโ€™essere umano รจ sempre guidato da una volontร , in parte sovraindividuale. Per Jung questa volontร  coincide con la missione di ciascuno nella vita, quello che lui chiama โ€œprincipio di individuazioneโ€.


๐—ก๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฐ๐—น๐—ถ๐—ป๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ถ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ, ๐—นโ€™๐—ถ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ โ€œ๐˜ƒ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ป๐˜๐—ฎฬ€โ€ ๐—ฒฬ€ ๐—ฐ๐—ฟ๐˜‚๐—ฐ๐—ถ๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ป๐—ฒ๐—น ๐—บ๐—ผ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ด๐—ป๐—ผ๐˜€๐—ถ, cioรจ per pronunciarsi sullโ€™esito di un disturbo e sulla curabilitร  di un malato. La prima cosa che uno psicoanalista cerca di valutare รจ, infatti, quanto โ€œun paziente sia motivato a cambiareโ€, in altre parole cerca di capire la sua โ€œvolontร  di guarireโ€. Si tratta di una valutazione fondamentale perchรฉ nessuno puรฒ essere curato per un disturbo mentale se, nel proprio intimo, non lo vuole. Questa รจ anche la ragione per cui gli psicoanalisti normalmente cercano di evitare di trattare le dipendenze patologiche, in particolare da sostanze ma anche da comportamenti. Questi malati non desiderano quasi mai abbandonare realmente la propria dipendenza, perchรฉ ne traggono un piacere che non saprebbero procurarsi altrove e con uguale facilitร .


๐—™๐—ฟ๐—ฒ๐˜‚๐—ฑ โ€“ ๐˜๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐—ถ, ๐—น๐—ฒ๐˜๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ โ€“ ๐—ณ๐—ผ๐—ฟ๐—ป๐—ถ๐˜ƒ๐—ฎ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐˜€๐—ฝ๐—ถ๐—ฒ๐—ด๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—น๐˜‚๐—ฐ๐—ถ๐—ฑ๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—บ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ผ ๐—ณ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ผ: โ€œ๐˜“๐˜ข ๐˜ท๐˜ช๐˜ต๐˜ข, ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ด๐˜ชฬ€ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ช ๐˜ฆฬ€ ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ข, ๐˜ฆฬ€ ๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ฑ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ถ๐˜ณ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ช; ๐˜ค๐˜ช ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ค๐˜ข ๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ฑ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ช, ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ด๐˜ช๐˜ฏ๐˜จ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฏ๐˜ช, ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฑ๐˜ช๐˜ต๐˜ช ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ด๐˜ช๐˜ฃ๐˜ช๐˜ญ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ข ๐˜ณ๐˜ช๐˜ด๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ. ๐˜—๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ต๐˜ข๐˜ณ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ข๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ถ๐˜ต๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ฃ๐˜ช๐˜ด๐˜ฐ๐˜จ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ข๐˜ญ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ช๐˜ข๐˜ต๐˜ช๐˜ท๐˜ฐโ€ (S. Freud, Il disagio della civiltร , 1929 C, OSF X, Boringhieri). Questi palliativi coincidono per Freud (ma il giansenista Pascal non la pensava tanto diversamente) con la civiltร  umana in tutte le sue espressioni. Lโ€™arte, la scienza, la religione e le ideologie sono le principali distrazioni (ce ne sono, poi, unโ€™infinitร  di minori) con cui cerchiamo di non pensare alla nostra miseria, mentre le sostanze inebrianti sono il modo piรน semplice con cui ci regaliamo quel poco di piacere attraverso cui plachiamo il dolore di vivere. In nome di cosa si puรฒ chiedere a qualcuno di rinunciare a questi rimedi? I tentativi di cura delle dipendenze cercano tutti di rispondere a questa domanda.


๐—Ÿ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—บ๐—ฎ ๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐—ฝ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ถ๐˜‡๐˜‡๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ๐—บ๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐—น๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ถ๐—ฑ๐—ฑ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ฎ โ€œ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ฒ๐—ด๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฑ๐˜‚๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผโ€, che origina dalla constatazione che si puรฒ diventare dipendenti da ogni esperienza, purchรฉ sufficientemente intensa: โ€œ๐˜ข๐˜ฅ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ค๐˜ต๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฎ๐˜ข๐˜บ ๐˜ฐ๐˜ค๐˜ค๐˜ถ๐˜ณ ๐˜ธ๐˜ช๐˜ต๐˜ฉ ๐˜ข๐˜ฏ๐˜บ ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต ๐˜ฆ๐˜น๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ช๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ค๐˜ฆโ€ (S.Peele, The meaning of Addiction: Lexington Book; 1985). Se questa osservazione รจ vera, allora รจ possibile tentare di sostituire una dipendenza dannosa con una che lo รจ meno. Questa strategia riposa su tre premesse. Il primo assunto รจ che la dipendenza sia una condizione unitaria, che si manifesta in forme tra loro equivalenti e interscambiabili. In effetti, le osservazioni cliniche, dimostrano la grande frequenza di dipendenze multiple nello stesso malato; lโ€™analisi psicologica rintraccia tratti psichici simili in tutti coloro che soffrono di dipendenze patologiche; le ricerche neurologiche e psicofarmacologiche suggeriscono la presenza in tutte le dipendenze di una qualche disfunzione dei circuiti nervosi cerebrali coinvolti nelle sensazioni di piacere e nei sistemi di ricompensa.


๐—œ๐—น ๐˜€๐—ฒ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ผ ๐—ฎ๐˜€๐˜€๐˜‚๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ฒ๐—ด๐—ถ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฑ๐˜‚๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ด๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ถ ๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ด๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐˜€๐—ถ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ฒ. In altre parole, chi adotta questa strategia ritiene che si possa soltanto sostituire lโ€™oggetto o il comportamento da cui un malato dipende. Ad esempio, un obeso bulimico potrร  essere trasformato in una persona dipendente dalle diete, ma รจ praticamente impossibile che sviluppi e mantenga per sempre un rapporto equilibrato con il cibo. Per portare un malato a sostituire la propria dipendenza con una meno dannosa, si puรฒ provare a convincerlo del vantaggio di questa scelta (ad esempio, la sostituzione dellโ€™eroina iniettata in vena con il metadone assunto per bocca); oppure gli si puรฒ proporre un piacere che si ritiene piรน intenso ma meno pericoloso (ad esempio, lo si puรฒ indirizzare verso qualche attivitร  per lui molto gratificante); oppure si puรฒ cercare di inibire il piacere (ad esempio, somministrando farmaci che provocano reazioni spiacevoli, se insieme a loro si assume la sostanza di abuso); infine, si possono minacciare sanzioni, nel caso la persona perseveri nei suoi comportamenti di dipendenza. Tutti questi metodi sono, alla fine, tecniche di persuasione/dissuasione che hanno lo scopo di suggestionare il malato, portandolo il piรน delle volte a diventare dipendente dalla cura stessa. Si producono, cosรฌ, situazioni tipiche che tutti conosciamo: il fumatore accanito che smette di fumare e diventa un crociato antifumo; lโ€™eroinomane che โ€œguarisceโ€ e decide di dedicare la propria vita alla comunitร  di recupero che lo ha accolto; la pornodiva o il pornodivo pentiti che predicano la castitร , vanno in pellegrinaggio a Medjugorie e guidano gruppi di preghiera.


๐—œ๐—น ๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐˜‡๐—ผ ๐—ฎ๐˜€๐˜€๐˜‚๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐˜‚๐—ป๐—ฒ ๐—ฎ ๐˜๐˜‚๐˜๐˜๐—ฒ ๐—น๐—ฒ ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ฒ๐—ด๐—ถ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฑ๐˜‚๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—นโ€™๐—ฒ๐˜€๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ถ ๐˜€๐—ถ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐˜ƒ๐—ถ๐—ฒ๐—ป๐—ฒ non sarร  mai piรน veramente cancellata. Da qui lโ€™interdizione perpetua a ripetere quellโ€™esperienza, anche dopo anni che si รจ โ€œguaritiโ€. Lโ€™alcolista non dovrร  mai piรน assaggiare alcol; lโ€™eroinomane si dovrร  per sempre tenere lontano persino dalla codeina; il giocatore dโ€™azzardo compulsivo non dovrร  nemmeno transitare per errore in una localitร  che ospita un casinรฒ.


๐—ข๐—น๐˜๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ฎ ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ฒ๐—ด๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐—ฑ๐˜‚๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ, ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜€๐˜๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐˜๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐—ฎ๐—น๐˜๐—ฟ๐—ถ ๐—บ๐—ฒ๐˜๐—ผ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ป๐—ถ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ด๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ, fra questi il piรน noto รจ quello comunemente chiamato โ€œproibizionismoโ€, un termine che nasce negli Stati Uniti per designare il periodo tra il 1920 e il 1933, in cui venne bandita in tutto il territorio federale la fabbricazione, vendita, importazione e trasporto di bevande alcoliche. Utilizzando mezzi che vanno dalla stigmatizzazione sociale sino alle sanzioni penali, il proibizionismo ha come obiettivo creare condizioni che impediscono o, piรน realisticamente, rendono molto gravoso, perseverare nei comportamenti di abuso. Il proibizionismo si รจ dimostrato, perรฒ, spesso incapace di raggiungere il suo obiettivo. La ragione di questo fallimento รจ, involontariamente, spiegata da Kant con un esempio fornito nel primo capitolo della โ€œ๐—–๐—ฟ๐—ถ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฟ๐—ฎ๐—ด๐—ถ๐—ผ๐—ป ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ฎโ€: โ€œ๐˜—๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ข๐˜ญ๐˜ค๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ข๐˜ง๐˜ง๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฎ๐˜ช, ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ด๐˜ถ๐˜ข ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ค๐˜ญ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ข๐˜ป๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ด๐˜ถ๐˜ข๐˜ญ๐˜ฆ, ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ข ๐˜ฆฬ€ ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ญ๐˜ถ๐˜ช ๐˜ข๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ถ๐˜ต๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ณ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ช๐˜ด๐˜ต๐˜ช๐˜ฃ๐˜ช๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฐ ๐˜จ๐˜ญ๐˜ช ๐˜ด๐˜ช ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ช ๐˜ญ'๐˜ฐ๐˜จ๐˜จ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ช๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฆ ๐˜ญ'๐˜ฐ๐˜ค๐˜ค๐˜ข๐˜ด๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ง๐˜ณ๐˜ถ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฏ๐˜ฆ: ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜จ๐˜ญ๐˜ช ๐˜ด๐˜ฆ, ๐˜ด๐˜ถ๐˜ฑ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ข๐˜ท๐˜ข๐˜ฏ๐˜ต๐˜ช ๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ค๐˜ข๐˜ด๐˜ข ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ค๐˜ถ๐˜ช ๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ท๐˜ข ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ญ'๐˜ฐ๐˜ค๐˜ค๐˜ข๐˜ด๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ, ๐˜ง๐˜ฐ๐˜ด๐˜ด๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฏ๐˜ข๐˜ญ๐˜ป๐˜ข๐˜ต๐˜ข ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ข ๐˜ง๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ค๐˜ข, ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฑ๐˜ช๐˜ค๐˜ค๐˜ข๐˜ณ๐˜ญ๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ข๐˜ต๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฉ๐˜ข ๐˜ข๐˜ท๐˜ถ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ช๐˜ฐฬ€ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ช๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ข๐˜ท๐˜ข, ๐˜ฆ๐˜จ๐˜ญ๐˜ช, ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ต๐˜ข๐˜ญ ๐˜ค๐˜ข๐˜ด๐˜ฐ, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ด๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜จ๐˜ณ๐˜ข๐˜ฅ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ด๐˜ถ๐˜ข ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ค๐˜ญ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ข๐˜ป๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ. ๐˜•๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฆฬ€ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ง๐˜ง๐˜ช๐˜ค๐˜ช๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ท๐˜ช๐˜ฏ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ด๐˜ข ๐˜ณ๐˜ช๐˜ด๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ฃ๐˜ฃ๐˜ฆโ€. รˆ buon gioco per Lacan - lo psicoanalista francese che riprende questo apologo in un suo scritto del 1962, โ€œ๐—ž๐—ฎ๐—ป๐˜ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป ๐—ฆ๐—ฎ๐—ฑ๐—ฒโ€ - ribattere che lโ€™esperienza insegna esattamente il contrario: in molti casi, proprio quella forca scatena una voglia incontenibile di soddisfare il desiderio proibito, anche a prezzo della vita.


๐—Ÿโ€™๐—ฒ๐—ฟ๐—ฟ๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ถ๐—ฏ๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ถ๐˜€๐—บ๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜‚๐—บ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜€๐—ฎ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ฎ ๐˜€๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—ฝ๐—ถ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ e, di conseguenza, quali minacce possano dissuadere dalla ricerca del piacere. Ma cosa sono davvero piacere e dolore? Noi desideriamo il piacere, ma non sappiamo dove si fonda il piacere. Per un verso si puรฒ semplicemente dire che il fondamento del piacere รจ un qualche meccanismo fisiologico, cosรฌ come pensava Freud, ponendo a fondamento del piacere la pulsione sessuale, o come credono oggi molti neuroscienziati che studiano i sistemi di ricompensa del cervello. Tuttavia, non รจ necessario aver studiato Schopenhauer o Nietzsche per rendersi conto che il piacere va ben oltre e che ogni evento puรฒ diventare per lโ€™uomo oggetto di piacere. Gli esseri umani hanno questa straordinaria abilitร , connessa alla loro capacitร  di simbolizzazione, di trasformare in piacere qualsiasi esperienza, comprese quelle dolorose. Lโ€™uomo non desidera un determinato piacere ma โ€œilโ€ piacere e, desiderandolo, in continuazione lo crea ex-novo e lo inventa. Dovrei ora parlare di uno dei piรน affascinanti dialoghi platonici, il ๐—™๐—ถ๐—น๐—ฒ๐—ฏ๐—ผ, ma qui, purtroppo, mi debbo, invece, fermare. Lo faccio con le parole che, ben prima di Lacan, scriveva san Paolo: โ€œ๐˜ช๐˜ฐ ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฉ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ถ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ค๐˜ค๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜จ๐˜จ๐˜ฆ, ๐˜ฏ๐˜ฆฬ ๐˜ข๐˜ท๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ถ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ค๐˜ถ๐˜ฑ๐˜ช๐˜ด๐˜ค๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ข, ๐˜ด๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜จ๐˜จ๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ข๐˜ท๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ต๐˜ต๐˜ฐ: ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ช๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆโ€ (Rom, 7,7-9).


๐—ฆ๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ถฬ€ ๐—ด๐—ถ๐˜‚๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฎ๐—น ๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐˜‡๐—ผ ๐—บ๐—ฒ๐˜๐—ผ๐—ฑ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฒ: ๐—นโ€™๐—ฎ๐—บ๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ. Furono due psicoanalisti della prima generazione, Otto Rank e Sรกndor Ferenczi, a richiamare lโ€™attenzione sul fatto che tutti gli esseri umani attraversano un periodo di dipendenza da una sostanza: il latte materno. Entrambi postularono che i tossicodipendenti (quelli da sostanze inebrianti, almeno) avessero avuto esperienze negative durante lโ€™allattamento e lo svezzamento. Lโ€™idea, di per sรฉ un poโ€™ ingenua anche se non del tutto sbagliata, ebbe molteplici sviluppi. Ben presto, infatti, si fece strada, tra gli psicoanalisti e gli psicologi dellโ€™infanzia, il convincimento che una dipendenza soddisfacente e positivamente risolta nei primi anni di vita fosse condizione indispensabile per non diventare adulti proni a dipendenze patologiche. La scoperta sembrava anche indicare una strada per la cura. Si trattava di far fare a questi malati unโ€™esperienza riparatrice, farli tornare emotivamente al passato e far loro sperimentare una dipendenza felice. Sfortunatamente, gran parte degli psicoanalisti finรฌ per credere che ciรฒ significasse comportarsi con il paziente come una โ€œmadre amorosa e protettivaโ€.


๐—–๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป ๐—นโ€™๐—ฎ๐—บ๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฝ๐—ผ๐—ฟ๐˜๐—ฎ ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐˜€๐—ถ ๐˜€๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ ๐—ณ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ถ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ถ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐—ฎ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ถ. Per la โ€œcura per mezzo dellโ€™amoreโ€ vale la stessa condanna che pesa sulla famosa frase di santโ€™Agostino: โ€œ๐˜‹๐˜ช๐˜ญ๐˜ช๐˜จ๐˜ฆ ๐˜ฆ๐˜ต ๐˜ฒ๐˜ถ๐˜ฐ๐˜ฅ ๐˜ท๐˜ช๐˜ด ๐˜ง๐˜ข๐˜คโ€œ (ama e fa ciรฒ che vuoi). Gli sciocchi credono sia un bigliettino dei ๐˜‰๐˜ข๐˜ค๐˜ช ๐˜—๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ถ๐˜จ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ข, invece รจ una delle sentenze piรน severe che sia mai stata pronunciata sullโ€™amore umano: โ€œ๐˜ง๐˜ข๐˜ช ๐˜ค๐˜ช๐˜ฐฬ€ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ท๐˜ถ๐˜ฐ๐˜ช, ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ต๐˜ต๐˜ฐ, ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฐฬ€, ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ต๐˜ถ ๐˜ด๐˜ช๐˜ข ๐˜ค๐˜ข๐˜ฑ๐˜ข๐˜ค๐˜ฆ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฆโ€. Certo, lโ€™amore cura, ma non lโ€™amore che riceviamo, quanto quello che siamo in grado di dare. Una persona che soffre di un disturbo da dipendenza non รจ in grado di amare nessuno: basta aver incontrato nella propria vita un alcolizzato, un eroinomane o un giocatore dโ€™azzardo per saperlo.


๐—จ๐—ป๐—ฎ ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ๐—ฝ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฒ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒ๐˜€๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ต๐—ฒฬ ๐—ถ๐—น ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฎ๐—ณ๐—ณ๐—น๐—ถ๐—ด๐—ด๐—ฒ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ฒ ha poco a che fare con ciรฒ di cui abusano o ciรฒ da cui dipendono, ancor meno con una qualche โ€œdebolezza della volontร โ€: al contrario, nessuna volontร  รจ cosรฌ risoluta quanto quella di una persona che non intende davvero rinunciare al suo โ€œvizioโ€. Le dipendenze non sono lโ€™espressione di un malfunzionamento dei sistemi cerebrali di ricompensa (seppure vi possa essere โ€“ tra le varie concause โ€“ anche questa), neppure sono un tentativo di autocura della depressione, come alcuni hanno suggerito. Sono piuttosto il sintomo di unโ€™incapacitร  ad amare. Non si diventa incapaci di amare perchรฉ si รจ dipendenti (come spesso si crede) ma esattamente il contrario: si inizia a bere, a stordirsi di lavoro o di sesso, a giocare compulsivamente dโ€™azzardo, a โ€œfarsiโ€ di eroina o cocaina quando ci si accorge che dentro di noi cโ€™รจ il deserto. Non รจ, perรฒ, il deserto che si cerca di scordare, quanto il ricordo di come si รจ prodotto. Lโ€™obiettivo di tutte le dipendenze, la volontร  che le muove, รจ lโ€™oblio: โ€œ๐˜”๐˜ข ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฏ๐˜จ๐˜ช๐˜ฐฬ€ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ค๐˜ช๐˜ด๐˜ด๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ง๐˜ณ๐˜ถ๐˜ต๐˜ต๐˜ฐ, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜ท๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ต๐˜ข๐˜ณ ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ช๐˜ป๐˜ช๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ฆ๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ฆ ๐˜ต๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฏ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ, ๐˜ฎ๐˜ข ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜ท๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜ญ๐˜ขฬ€, ๐˜ต๐˜ณ๐˜ข ๐˜ช ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฏ๐˜จ๐˜ช๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ฐ, ๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ด๐˜ค๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ต๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฆ ๐˜ด๐˜ค๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฅ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ณ๐˜ช๐˜ต๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฏ๐˜ฐโ€. (Odissea, IX, 92-97, trad. R. Calzecchi Onesti).


๐—š๐—ถ๐˜‚๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ณ๐—ถ๐—ป๐—ฒ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ผ ๐—น๐˜‚๐—ป๐—ด๐—ผ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐˜€๐—ผ, ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฟ๐—ฒ๐—ถ ๐˜ƒ๐—ผ๐—น๐˜‚๐˜๐—ผ ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฝ๐—ถ๐—ฟ๐—ฒ, ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜‚๐—ป ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ถ๐—ด๐—น๐—ถ๐—ผ ๐—ฑ๐—ฎ๐—น ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ. Purtroppo, amico lettore, sono invece costretto a concludere ripetendo quello che tutti giร  sappiamo: ci si stordisce per dimenticare, come in una banale canzonetta dโ€™amore. Nella mia esperienza ho quasi sempre riscontrato che coloro che soffrono di dipendenze hanno alle spalle una lunga storia di tradimenti fatti e subiti, di menzogne, che risale sino alla prima infanzia. Il malato di dipendenza รจ spesso un traditore e un mentitore, come sa bene chi ha avuto la sventura di vivere con uno di costoro. Chi imbocca la strada della dipendenza lo fa, dunque, per occupare la mente soltanto con ciรฒ da cui dipende e scordare il resto. In tal senso, le dipendenze assomigliano straordinariamente a un altro disturbo ritenuto mitigabile ma pressochรฉ inguaribile: le nevrosi ossessive (quelli che oggi si chiamano disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo). In entrambe queste condizioni, cercare di aggredire direttamente il sintomo porta al fallimento.


๐—ข๐—ด๐—ด๐—ถ, ๐˜€๐—ถ ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฐ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ถ๐—น ๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฏ๐—ถ ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐˜ƒ๐—ผ-๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฝ๐˜‚๐—น๐˜€๐—ถ๐˜ƒ๐—ถ ๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฝ๐—ถ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ณ๐—ฟ๐˜‚๐˜๐˜๐—ฎ๐—ป๐—ผ, spesso senza dirlo e senza che anche il curante ne sia pienamente consapevole, lo stesso principio di riduzione del danno che abbiamo visto applicare alle dipendenze. Pure se ne comprendo la logica e lโ€™utilitร , io non amo questo principio e credo, invece, che si debba sempre tentare di guarire un paziente. Certo, anche con i disturbi mentali esiste il rischio dellโ€™accanimento terapeutico e bisogna che chi cura sappia dove fermarsi e quando, insieme al paziente, decidere di accontentarsi dei risultati raggiunti.


๐—ฃ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฐ๐—น๐˜‚๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป ๐—ฎ๐—น๐—ฐ๐˜‚๐—ป๐—ฒ ๐—ถ๐—ป๐—ฑ๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ถ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ, ๐—ถ๐—น ๐—บ๐—ถ๐—ผ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜€๐—ถ๐—ด๐—น๐—ถ๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜‚๐˜€๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ, ๐—ฎ ๐˜€๐—ฒ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ถ ๐—ฐ๐—ฎ๐˜€๐—ถ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฒ ๐˜€๐—ถ๐˜๐˜‚๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ถ, uno qualunque dei metodi di cui ho parlato, ma non concentrarsi troppo su questi mezzi. La dipendenza deve essere tenuta a bada perchรฉ รจ un diavolo che si impossessa della vita di una persona e la stravolge, ma guai darle troppo importanza. Bisogna, piuttosto โ€“ via, via che farmaci, tecniche suggestive e comportamentali, agiscono โ€“ dedicarsi a un difficile esercizio: utilizzare la propria presenza e lโ€™ascolto (molto raramente le parole) per sciogliere i lacci che avvincono la memoria del paziente, per mitigare la sua paura (e desiderio) di tradire e mentire. โ€œ๐˜›๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ข๐˜ญ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ง๐˜ง๐˜ช๐˜ค๐˜ถ๐˜ญ๐˜ต๐˜บ ๐˜ฐ๐˜ง ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ฏ ๐˜ช๐˜ด ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ต ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ซ๐˜ฐ๐˜บ ๐˜ญ๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฑ-๐˜ฑ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ด ๐˜ฐ๐˜ณ ๐˜ญ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ด๐˜ค๐˜ข๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ด, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ต ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ซ๐˜ฐ๐˜บ ๐˜ฅ๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ด ๐˜ฐ๐˜ณ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ด; ๐˜ฃ๐˜ถ๐˜ต ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ซ๐˜ฐ๐˜บ ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ซ๐˜ฐ๐˜บ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต. ๐˜›๐˜ฐ ๐˜ฌ๐˜ฆ๐˜ฆ๐˜ฑ ๐˜ต๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ข๐˜ฑ๐˜ข๐˜ค๐˜ช๐˜ต๐˜บ ๐˜ฐ๐˜ง ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜บ ๐˜ญ๐˜ช๐˜ฌ๐˜ช๐˜ฏ๐˜จ ๐˜ธ๐˜ฉ๐˜ข๐˜ต ๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ช๐˜ฌ๐˜ฆ๐˜ด; ๐˜ต๐˜ฉ๐˜ข๐˜ต ๐˜ช๐˜ด ๐˜ต๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ข๐˜ค๐˜ต๐˜ช๐˜ค๐˜ข๐˜ญ ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ฃ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜ฎ ๐˜ธ๐˜ฉ๐˜ช๐˜ค๐˜ฉ ๐˜ต๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ฉ๐˜ช๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ฉ๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ฉ๐˜ข๐˜ด ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ท๐˜ฆโ€ (La vera difficoltร  dell'uomo non รจ quella di apprezzare i lampioni o i paesaggi, non รจ quella di apprezzare i denti di leone o le cotolette, ma quella di godere del piacere. Mantenere la capacitร  di apprezzare davvero ciรฒ che gli piace: questo รจ il problema pratico che il filosofo deve risolvere) (Gilbert K. Chesterton, Autobiography).

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