LA DEPRESSIONE
- Emilio Mordini
- 7 giorni fa
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๐๐ฟ๐ฒ๐๐ฒ ๐๐ผ๐ฟ๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐ด๐ถ๐ฒ๐ป๐ฒ ๐ ๐ฒ๐ป๐๐ฎ๐น๐ฒ โ ๐๐ฒ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ป. 10
๐๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฒฬ ๐๐ป ๐๐ถ๐ป๐๐ผ๐บ๐ผ ๐ฝ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ถ๐ฐ๐ผ ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ผ๐ฐ๐ต๐ฒฬ ๐๐ป๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐๐ฎ๐น๐ฒ, un poโ come lโansia. insieme a cui costituisce la coppia di sintomi piรน comuni a tutti i disagi mentali. Nessun essere umano puรฒ, se รจ sincero, sostenere di non averne mai fatto esperienza. Tuttavia, nulla รจ piรน difficile da definire e da descrivere quanto ciรฒ che ciascuno conosce.
๐๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฒฬ ๐๐ป ๐บ๐ถ๐๐๐ฒ๐ฟ๐ผ ๐๐ถ๐ป ๐ฑ๐ฎ๐น ๐๐๐ผ ๐ป๐ผ๐บ๐ฒ. ๐๐น๐ถ ๐ฎ๐ป๐๐ถ๐ฐ๐ต๐ถ ๐น๐ฎ ๐ฐ๐ต๐ถ๐ฎ๐บ๐ฎ๐๐ฎ๐ป๐ผ ๐บ๐ฒ๐น๐ฎ๐ป๐ฐ๐ผ๐ป๐ถ๐ฎ (cioรจ, โbile neraโ, un umore tetro dovuto a un malfunzionamento dei visceri) oppure accidia, letteralmente โindifferenza, disinteresseโ (ed era considerata un vizio). Il termine โdepressioneโ, che significa letteralmente โschiacciati, abbattutiโ, iniziรฒ a essere usato in ambito medico solo nellโ Ottocento. Che cosa si indica con queste diverse espressioni?
๐๐ฎ ๐ฟ๐ถ๐๐ฝ๐ผ๐๐๐ฎ ๐ป๐ผ๐ป ๐ฒฬ ๐ณ๐ฎ๐ฐ๐ถ๐น๐ฒ: ๐น๐ฎ ๐ฝ๐ฒ๐ฟ๐ฑ๐ถ๐๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐๐ผ๐ด๐น๐ถ๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐ฒ, ๐๐ป๐ฎ ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐ณ๐ผ๐ป๐ฑ๐ฎ ๐๐ฟ๐ถ๐๐๐ฒ๐๐๐ฎ, ๐๐ป ๐๐ฒ๐ป๐๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐๐ผ๐๐ผ, ๐ฑ๐ถ ๐ฎ๐๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฑ๐ถ ๐๐ถ๐ด๐ป๐ถ๐ณ๐ถ๐ฐ๐ฎ๐๐ผ, ๐๐ผ๐ฝ๐ฟ๐ฎ๐๐๐๐๐๐ผ ๐๐ป ๐ผ๐ฝ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ฑ๐ผ๐น๐ผ๐ฟ๐ฒ ๐ฝ๐๐ถ๐ฐ๐ผ๐น๐ผ๐ด๐ถ๐ฐ๐ผ. Tuttavia, il dolore della depressione, anche se lo chiamiamo come quello provocato da una ferita, da un trauma fisico, da un mal di denti, รจ di natura diversa. A volte รจ una sofferenza lancinante e lacerante, del tutto simile a quella causata da un lutto o da una grave perdita; altre volte รจ un senso di profonda tristezza, un groppo alla gola, una voglia irrefrenabile di piangere; oppure, al contrario, una dolorosa morsa di ghiaccio che stringe il cuore accompagnata da un senso di vuoto, di assenza di ogni interesse per la vita. In alcuni casi, imita la sofferenza dellโagonia; in altri, la pallida solitudine dei morti.
๐๐น๐ถ ๐ฝ๐๐ถ๐ฐ๐ต๐ถ๐ฎ๐๐ฟ๐ถ ๐ฑ๐ถ๐๐๐ถ๐ป๐ด๐๐ผ๐ป๐ผ ๐๐ผ๐น๐ถ๐๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐๐ฟ๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ฟ๐ฒ๐ฎ๐๐๐ถ๐๐ฒ ๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐ฒ๐ป๐ฑ๐ผ๐ด๐ฒ๐ป๐ฒ; tra depressioni minori (o nevrotiche, a volte etichettate โsindromi ansioso-depressiveโ), depressioni profonde o maggiori (le c.d. โpsicosi depressiveโ) e depressioni persistenti o distimia. Le depressioni reattive originano da dolori psicologici โnormaliโ, dovuti cioรจ a cause che sembra logico che provochino dolore (ad esempio un lutto, una perdita, un danno subito, etc.) ma che si prolungano oltre il limite โnormaleโ o che si presentano con unโintensitร inusuale. Le depressioni endogene sono, invece, depressioni che si sviluppano in assenza di ogni causa esterna riconoscibile. La distinzione tra depressioni reattive ed endogene รจ abbastanza simile a quella tra depressioni minori, maggiori e distimia. In generale, le depressioni minori sono per la gran parte considerate reattive o provocate da un disturbo ansioso preesistente. Le depressioni maggiori, invece, si crede siano sempre endogene: si manifestano con idee irrazionali (di tipo delirante) di colpa, indegnitร , catastrofe e morte. La distimia, infine, รจ uno stato depressivo che coinvolge la struttura di personalitร di un malato, affetto per tutta la vita da un umor cupo e pessimista, da unโincapacitร di gioire della vita e provare piacere.
๐๐ป๐ฐ๐ต๐ฒ ๐๐ฒ ๐พ๐๐ฒ๐๐๐ฒ ๐ฑ๐ถ๐๐๐ถ๐ป๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐๐ถ ๐ฝ๐ผ๐๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ฎ ๐๐ผ๐น๐๐ฒ ๐ฟ๐ถ๐๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ฟ๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ป๐ฒ๐ถ ๐๐ฒ๐ฟ๐บ๐ถ๐ป๐ถ ๐ถ๐ป ๐ฐ๐๐ถ ๐ต๐ผ ๐ฑ๐ฒ๐๐๐ผ, ๐ป๐ผ๐ป ๐น๐ผ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐บ๐ผ๐น๐๐ฒ ๐ฎ๐น๐๐ฟ๐ฒ ๐๐ผ๐น๐๐ฒ ๐ฒ, ๐๐ผ๐ฝ๐ฟ๐ฎ๐๐๐๐๐๐ผ, ๐น๐ผ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ฟ๐ฎ๐ฟ๐ฎ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฒ ๐ถ๐ป ๐บ๐ผ๐ฑ๐ผ ๐๐๐ฎ๐ฏ๐ถ๐น๐ฒ. Lโesperienza clinica insegna come le varie forme di depressione sfumino di frequente lโuna nellโaltra, che cambino nel corso del tempo e che le forme miste siano la norma. Cosรฌ, la nosografia psichiatrica non va oltre un livello puramente descrittivo e, di conseguenza, fornisce anche poche indicazioni sul modo di affrontare questa malattia.
๐โ๐ฒ๐๐๐ฒ๐ป๐๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ ๐ฒฬ ๐ฐ๐ผ๐น๐๐ฎ, ๐ถ๐ป๐๐ฒ๐ฐ๐ฒ, ๐ถ๐ป ๐๐ป ๐บ๐ผ๐ฑ๐ผ ๐บ๐ฎ๐ด๐ถ๐๐๐ฟ๐ฎ๐น๐ฒ ๐ฑ๐ฎ๐น๐น๐ฎ ๐๐ถ๐๐ถ๐ป๐ฎ ๐๐ผ๐บ๐บ๐ฒ๐ฑ๐ถ๐ฎ. Dante colloca i depressi โ gli accidiosi โ nel quinto cerchio dellโinferno, in una palude, detta Stige, nel punto piรน profondo dellโalto inferno. Lโalto inferno รจ la zona dove scontano la loro pena i peccatori che non furono in grado di controllare i propri impulsi, la cupidigia e i desideri disordinati: sessuali, di gola, di possesso materiale. Il quinto cerchio ospita coloro che non seppero dominare lโira, la superbia e lโinvidia. Le anime di tutti costoro affiorano sulla superfice melmosa e maleodorante della palude, perennemente immersa in una nebbia cupa e spessa.
๐ ๐ฝ๐ฒ๐ฐ๐ฐ๐ฎ๐๐ผ๐ฟ๐ถ, ๐บ๐ฒ๐ป๐๐ฟ๐ฒ ๐ฐ๐ฒ๐ฟ๐ฐ๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐๐ฎ๐ฟ๐ฒ ๐ฎ ๐ด๐ฎ๐น๐น๐ฎ ๐ฒ ๐ฏ๐ฒ๐๐๐ฒ๐บ๐บ๐ถ๐ฎ๐ป๐ผ ๐ฝ๐ถ๐ฒ๐ป๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐ผ๐ฑ๐ถ๐ผ ๐ฒ ๐ณ๐๐ฟ๐ถ๐ฎ, si dilaniano a vicenda e si sbranano, lacerandosi lโun con lโaltro. Lโacqua della palude gorgoglia attorno a loro come se, nel fondo melmoso, vi fossero nascoste ancora altre anime. Lasciamo la parola a Virgilio: ยซ๐๐ช๐จ๐ญ๐ช๐ฐ, ๐ฐ๐ณ ๐ท๐ฆ๐ฅ๐ช / ๐ญ'๐ข๐ฏ๐ช๐ฎ๐ฆ ๐ฅ๐ช ๐ค๐ฐ๐ญ๐ฐ๐ณ ๐ค๐ถ๐ช ๐ท๐ช๐ฏ๐ด๐ฆ ๐ญ'๐ช๐ณ๐ข;/ ๐ฆ ๐ข๐ฏ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ท๐ฐ' ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ต๐ถ ๐ฑ๐ฆ๐ณ ๐ค๐ฆ๐ณ๐ต๐ฐ ๐ค๐ณ๐ฆ๐ฅ๐ช / ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ด๐ฐ๐ต๐ต๐ฐ ๐ญ'๐ข๐ค๐ฒ๐ถ๐ข ๐ฆฬ ๐จ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ฆ ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ด๐ฐ๐ด๐ฑ๐ช๐ณ๐ข, / ๐ฆ ๐ง๐ข๐ฏ๐ฏ๐ฐ ๐ฑ๐ถ๐ญ๐ญ๐ถ๐ญ๐ข๐ณ ๐ฒ๐ถ๐ฆ๐ด๐ต'๐ข๐ค๐ฒ๐ถ๐ข ๐ข๐ญ ๐ด๐ถ๐ฎ๐ฎ๐ฐ, / ๐ค๐ฐ๐ฎ๐ฆ ๐ญ'๐ฐ๐ค๐ค๐ฉ๐ช๐ฐ ๐ต๐ช ๐ฅ๐ช๐ค๐ฆ, ๐ถ' ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ด'๐ข๐จ๐จ๐ช๐ณ๐ข. / ๐๐ช๐ต๐ต๐ช ๐ฏ๐ฆ๐ญ ๐ญ๐ช๐ฎ๐ฐ, ๐ฅ๐ช๐ค๐ฐ๐ฏ: '๐๐ณ๐ช๐ด๐ต๐ช ๐ง๐ถ๐ฎ๐ฎ๐ฐ ๐ฏ๐ฆ ๐ญ'๐ข๐ฆ๐ณ๐ฆ ๐ฅ๐ฐ๐ญ๐ค๐ฆ ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฅ๐ข๐ญ ๐ด๐ฐ๐ญ ๐ด'๐ข๐ญ๐ญ๐ฆ๐จ๐ณ๐ข, / ๐ฑ๐ฐ๐ณ๐ต๐ข๐ฏ๐ฅ๐ฐ ๐ฅ๐ฆ๐ฏ๐ต๐ณ๐ฐ ๐ข๐ค๐ค๐ช๐ฅ๐ชฬ๐ฐ๐ด๐ฐ ๐ง๐ถ๐ฎ๐ฎ๐ฐ: / ๐ฐ๐ณ ๐ค๐ช ๐ข๐ต๐ต๐ณ๐ช๐ด๐ต๐ช๐ข๐ฎ ๐ฏ๐ฆ ๐ญ๐ข ๐ฃ๐ฆ๐ญ๐ญ๐ฆ๐ต๐ต๐ข ๐ฏ๐ฆ๐จ๐ณ๐ข'. / ๐๐ถ๐ฆ๐ด๐ต'๐ช๐ฏ๐ฏ๐ฐ ๐ด๐ช ๐จ๐ฐ๐ณ๐จ๐ฐ๐จ๐ญ๐ช๐ข๐ฏ ๐ฏ๐ฆ ๐ญ๐ข ๐ด๐ต๐ณ๐ฐ๐ป๐ป๐ข, / ๐ค๐ฉ๐ฆฬ ๐ฅ๐ช๐ณ ๐ฏ๐ฐ๐ญ ๐ฑ๐ฐ๐ด๐ด๐ฐ๐ฏ ๐ค๐ฐ๐ฏ ๐ฑ๐ข๐ณ๐ฐ๐ญ๐ข ๐ช๐ฏ๐ต๐ฆ๐จ๐ณ๐ขยป (Inf.VII. 115-126).
๐ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ ๐๐ผ๐ป๐ผ ๐ถ๐ฟ๐ฎ๐ฐ๐ผ๐ป๐ฑ๐ถ ๐ฐ๐ผ๐ป๐๐ฟ๐ผ ๐๐ฒฬ ๐๐๐ฒ๐๐๐ถ, ๐ฐ๐ต๐ฒ ๐ฑ๐ถ๐ฟ๐ถ๐ด๐ผ๐ป๐ผ ๐ฎ๐น๐นโ ๐ถ๐ป๐๐ฒ๐ฟ๐ป๐ผ ๐ฑ๐ถ ๐๐ฒฬ ๐น๐ฎ ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐ฎ ๐น๐ฎ ๐ฟ๐ฎ๐ฏ๐ฏ๐ถ๐ฎ, ๐ป๐ผ๐ป ๐ฑ๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐๐ฎ ๐ฑ๐ฎ ๐พ๐๐ฒ๐น๐น๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ถ ๐น๐ผ๐ฟ๐ผ ๐ฐ๐ผ๐บ๐ฝ๐ฎ๐ด๐ป๐ถ ๐ฑ๐ถ ๐๐๐ฝ๐ฝ๐น๐ถ๐๐ถ๐ผ. Lโodio e la furia si celano nel loro cuore, come loro si nascondono sotto la superficie della palude infernale, condannati a gorgogliare in eterno il ritornello della loro disperata tristezza, quella che gli fece in vita negare โ๐ญ'๐ข๐ฆ๐ณ๐ฆ ๐ฅ๐ฐ๐ญ๐ค๐ฆ ๐ค๐ฉ๐ฆ ๐ฅ๐ข๐ญ ๐ด๐ฐ๐ญ ๐ด'๐ข๐ญ๐ญ๐ฆ๐จ๐ณ๐ขโ. Soffrono, insomma, di ciรฒ che San Tommaso descriveva, parlando dellโaccidia, come โvuoto di caritร โ, assenza dโamore e rabbiosa ingratitudine verso la vita.
๐๐ผ ๐๐ฐ๐ฟ๐ถ๐๐๐ผ ๐ถ๐ป ๐๐ฎ๐ฟ๐ถ๐ฒ ๐ผ๐ฐ๐ฐ๐ฎ๐๐ถ๐ผ๐ป๐ถ ๐๐๐น๐น๐ฎ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ๐ผ๐ป๐ฒ, ๐ฎ๐ณ๐ณ๐ฟ๐ผ๐ป๐๐ฎ๐ป๐ฑ๐ผ ๐ฝ๐ฟ๐ผ๐ฝ๐ฟ๐ถ๐ผ ๐นโ๐ผ๐ฟ๐ถ๐ด๐ถ๐ป๐ฒ ๐ฑ๐ฒ๐น๐น๐ฎ โ๐ฐ๐ฎ๐๐๐ถ๐๐ฒ๐ฟ๐ถ๐ฎโ ๐ฑ๐ฒ๐ถ ๐ฑ๐ฒ๐ฝ๐ฟ๐ฒ๐๐๐ถ, la rabbia inespressa che li dilania, la loro mancanza dโamore e di gioia di vivere. Chi fosse interessato ad approfondire questo tema โ e la mia convinzione che, in ultima istanza, la depressione sia lโunica vera malattia mentale โ potrebbe leggere un articolo del 19 luglio dello scorso anno (2024), pubblicato sia sulla mia bacheca di Facebook (https://shorturl.at/2tXcG) sia sul mio blog (https://www.emiliomordini.info/.../il-significato-della...). Ora, invece, mi limiterรฒ, come al solito, a poche raccomandazioni pratiche.
๐ฃ๐ฅ๐๐ ๐ ๐ฅ๐๐๐๐ข๐ ๐๐ก๐๐๐ญ๐๐ข๐ก๐: Proprio perchรฉ al fondo di ogni depressione, dalla piรน lieve alla piรน grave, vi รจ un impulso di rabbia diretto verso gli altri, impastato con i rimorsi per questa stessa rabbia, non ha senso voler rassicurare il malato con argomenti razionali, tanto meno invitarlo a reagire, a farsi forza, a non lasciarsi prostrare dalle eventuali circostanze avverse o dalle proprie fantasie di rovina. Quando, poi, il depresso da voce ai rimorsi che lo tormentano, รจ insensato cercare di sminuire le colpe che si attribuisce ed etichettarle come scrupoli. Lui percepisce, seppur in modo vago e inconsapevole, di essere intriso di odio e cattiveria: tentare di svalutare questa sua sensazione ottiene soltanto il risultato di farlo sentire ancora piรน solo e incompreso. Bisogna ascoltare il malato senza voler entrare in merito alle sue idee di tristezza o di indegnitร : non compatirlo, non giudicarlo, non dargli consigli, ma far percepire la propria presenza attenta, sempre affettuosa, mai compassionevole.
๐ฆ๐๐๐ข๐ก๐๐ ๐ฅ๐๐๐๐ข๐ ๐๐ก๐๐๐ญ๐๐ข๐ก๐: la cura di questi malati รจ impegnativa, sia perchรฉ non si puรฒ contare su farmaci davvero efficaci sia perchรฉ nessun farmaco lo potrebbe mai essere completamente. Tutti i farmaci a nostra disposizione non agiscono sulle cause della depressione ma funzionano (quando funzionano) quali attivanti del comportamento, come dimostra il fatto che tra i loro possibili effetti collaterali ci sono lโaumento di rischio di suicidio e il manifestarsi di reazioni maniacali. Stanno ora entrando in uso nuove classi di farmaci che sembrano promettenti ma, come accennavo, resta una questione di fondo: nessun farmaco potrร essere mai in grado di generare un sentimento cosรฌ complesso come la gioia di vivere, che pure รจ ciรฒ di cui questi malati hanno bisogno. Al massimo, i farmaci possono incidere sulla neurochimica cerebrale, che รจ una delle concause del disturbo ma non la sua ragione. Quali che siano i trattamenti usati (farmaci di varie classi o cure fisiche come la fototerapia o cicli di elettroshock, a volte efficaci nei casi piรน gravi e resistenti) รจ necessario che il malato abbandoni i rimorsi che lo pietrificano e li trasformi in rimpianti per lโamore non dato e non ricevuto. Questi rimpianti dovranno poi favorire la nascita di quel sentimento che giร in altre occasioni ho citato come fondamentale nella guarigione dai disturbi psicologici: la nostalgia. In questo percorso, bisognerร stare bene attenti a evitare lโerrore piรน pericoloso: parlare esplicitamente al malato della rabbia che lo divora. Deve essere lui a parlarne, chi lo cura ha il difficile compito di fare โ๐ฅ๐ฐ๐ญ๐ฐ๐ณ๐ฆ ๐ฆ๐ฅ ๐ข๐ญ ๐ฅ๐ฐ๐ญ๐ฐ๐ณ ๐ง๐ช๐ฏ๐ฆ๐ด๐ต๐ณ๐ขโ (Inf.XIII, 102).
๐ง๐๐ฅ๐ญ๐ ๐ฅ๐๐๐๐ข๐ ๐๐ก๐๐๐ญ๐๐ข๐ก๐: lโultima raccomandazione riguarda soprattutto psichiatri, psicologi e psicoterapeuti. Come ho spiegato in altri articoli, la grande varietร di disturbi mentali che conosciamo sembra essere, per alcuni versi, un insieme di difese e di tentativi di autoguarigione dallโunica vera malattia mentale, quella che colpisce lโessenza stessa della psiche, cioรจ il suo dirigersi verso il mondo e gli altri. La mente รจ pensabile solo come relazione: una mente, che non sia in continua relazione con il fuori di sรฉ e con la memoria di relazioni passate, si dissolve. Quando, dunque, si cura qualsiasi malattia mentale, con qualunque metodo, si deve sempre stare attenti a non abbattere le difese patologiche contro la depressione, prima che il paziente abbia sviluppato altre difese, piรน solide e sane. Il rischio รจ quello di fare un danno superiore a quello della malattia che si voleva curare.
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