Il virologo Roberto Burioni, da anni impegnato in una lodevole iniziativa per contrastare le leggende urbane sulla nocività di vaccini e vaccinazioni, ha pubblicato un "Manifesto per la scienza" che ha subito raccolto la firma di numerosi politici italiani, da Renzi a Grillo. Una bella notizia e un grande successo mediatico per Burioni.
Lascia soltanto un po' interdetti quel capo primo del manifesto, che recita: "Tutte le forze politiche italiane s’impegnano a sostenere la Scienza come valore universale di progresso dell’umanità, che non ha alcun colore politico, e che ha lo scopo di aumentare la conoscenza umana e migliorare la qualità di vita dei nostri simili". A parte la personale diffidenza nei confronti dei valori universali che non hanno alcun colore politico, bisognerebbe forse evitare gli inglesismi: le maiuscole, quando non sono ad inizio frase e non riguardano i nomi propri, sono un errore grammaticale in italiano.
Ugualmente, si legge più avanti "Tutte le forze politiche italiane s’impegnano a implementare programmi capillari d’informazione sulla Scienza per la popolazione, a partire dalla scuola dell’obbligo," esortazione certo da condividere, espressa però con un verbo che, seppure entrato ormai nell'uso, è un inglesismo che proviene da un prestito fatto dal latino all'inglese ma non all'italiano, che lo ignora e ha verbi più efficaci per esprimere lo stesso concetto.
Poiché tutti salmi finiscono in gloria, il manifesto termina affermando perentorio "Tutte le forze politiche italiane s’impegnano affinché si assicurino alla Scienza adeguati finanziamenti pubblici, a partire da un immediato raddoppio dei fondi ministeriali per la ricerca biomedica di base".
Un sommesso consiglio: parte di quei fondi potrebbero essere anche essere usati per migliorare la conoscenza dell'italiano da parte del mondo scientifico e medico. Magari renderebbe anche più facile comunicare.