Emilio Mordini
DA DOVE VENIAMO? CHI SIAMO? DOVE ANDIAMO?
Aggiornamento: 24 ago 2022

ðð® ð±ðŒðð² ðð²ð»ð¶ð®ðºðŒ? ððµð¶ ðð¶ð®ðºðŒ? ððŒðð² ð®ð»ð±ð¶ð®ðºðŒ? (ðð€ððð§ ð ð€ð¢ð¢ðð£ ð¬ðð§ ððð§ ðšðð£ð ð¬ðð§ ðð€ððð£ ððððð£ ð¬ðð§) ð²Ì ð¶ð¹ ðð¶ððŒð¹ðŒ ð±ð¶ ðð» ð±ð¶ðœð¶ð»ððŒ ð±ð¶ ð£ð®ðð¹ ðð®ððŽðð¶ð», ð¿ð²ð®ð¹ð¶ððð®ððŒ ðœðŒð°ðŒ ðœð¿ð¶ðºð® ð±ð²ð¹ ðððŒ ðð²ð»ðð®ðð¶ððŒ ð±ð¶ ððð¶ð°ð¶ð±ð¶ðŒ, ð»ð²ð¹ ððŽðµð³. Si tratta di domande quanto mai lecite oggi, dopo due anni e mezzo di pandemia, gravi restrizioni dei diritti fondamentali, una guerra in corso, una crisi economica incombente, uno svuotamento progressivo dei sistemi politici âdemocraticiâ.
ðŠð®ð¿ð®Ì ðœð²ð¿ ð³ðŒð¿ðð® ð±ð¶ ð°ðŒðð² ðð» ð±ð¶ðð°ðŒð¿ððŒ ð¹ðð»ðŽðŒ ð² ð»ðŒð» ð³ð®ð°ð¶ð¹ð²: prometto sin dâora un calice di Ribolla Gialla o Refosco (a seconda delle preferenze) a chi, nonostante caldo e vacanze, deciderà lo stesso di provare a leggerlo.
ðððð¡ð§ðð§ðâ ðð ððð¡ðð¥ð ð ð£ðð¥ðŠð¢ð¡ððð ð£ð¿ð²ð»ð±ð²ð¿ðŒÌ ð¹ð² ðºðŒððð² ð¿ð¶ð®ððððºð²ð»ð±ðŒ ð®ð¹ð°ðð»ð¶ ð®ð¿ðð¶ð°ðŒð¹ð¶ ð°ðµð² ðµðŒ ðœðð¯ð¯ð¹ð¶ð°ð®ððŒ ððð¹ð¹ð² ðð²ðŒð¿ð¶ð² ð±ð²ð¹ ðŽð²ð»ð±ð²ð¿ ð² ððð¹ ð±ð²ðð¶ð±ð²ð¿ð¶ðŒ ðð²ðððð®ð¹ð². ðð® ð¿ð®ðŽð¶ðŒð»ð² ðð¶ ð°ðµð¶ð®ð¿ð¶ð¿ð®Ì ððð¿ð®ð±ð® ð³ð®ð°ð²ð»ð±ðŒ. Funzione essenziale di tutta la materia vivente Ú riprodursi. Ci sono molte forme di riproduzione: gli esseri umani sono bisessuali stabili: la riproduzione si realizza attraverso la fusione di due tipi di cellule, dette gameti. Ogni individuo â maschio o femmina - Ú portatore per tutta la vita di un solo tipo di gamete. Non esistono altri generi o forme intermedie. Androgeni ed ermafroditi sono fantasie mitologiche, oppure un modo per indicare rare malformazioni che riguardano individui che restano, comunque, geneticamente femmine o maschi.
ðâð¶ð±ð²ð»ðð¶ðð®Ì ð±ð¶ ðŽð²ð»ð²ð¿ð² ð²Ì ðð»ð® ð°ðŒðºðœðŒð»ð²ð»ðð² ð±ð²ð¹ð¹ââð¶ð±ð²ð»ðð¶ðð®Ì ðœð²ð¿ððŒð»ð®ð¹ð²â; ð°ðŒð» ðŸðð²ðððŒ ðð²ð¿ðºð¶ð»ð² ð°ð¶ ðð¶ ð¿ð¶ð³ð²ð¿ð¶ðð°ð² ð®ð¹ ð°ðŒðºð² ðð»ð® ðœð²ð¿ððŒð»ð® ðœðŒððð® ð¿ð¶ðºð®ð»ð²ð¿ð² ðð²Ì ððð²ððð®, pur attraverso i cambiamenti fisici, psichici, esistenziali cui va incontro nellâarco della propria esistenza. Lâidentità personale si fonda su caratteristiche che devono essere stabili a sufficienza per assicurare una qualche continuità dalla nascita alla morte. Ce ne sono almeno tre: specie, genere e cultura. Noi tutti apparteniamo alla specie umana; siamo geneticamente maschi o femmine; siamo nati in una data cultura ed epoca.
ðšð¡ðððð§ðâ ðšð ðð¡ð ðð¶ð®ðð°ðð»ðŒ ð±ð¶ ð»ðŒð¶ ðµð® ðœðŒð¶ ð®ð»ð°ðµð² ð¹ð® ðœð¿ðŒðœð¿ð¶ð® ðð»ð¶ð°ð¶ðð®Ì, ð°ðµð² ðŒð¿ð¶ðŽð¶ð»ð® ð±ð®ð¹ð¹âð¶ð»ðð¶ð²ðºð² ð±ð²ð¹ð¹ð² ð¿ð²ð¹ð®ðð¶ðŒð»ð¶ ð¯ð¶ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ðµð² ð² ð°ðð¹ððð¿ð®ð¹ð¶ ð°ðµð² ð¹ðŒ ðµð®ð»ð»ðŒ ð³ðŒð¿ðºð®ððŒ ð² ð°ðŒð»ðð¶ð»ðð®ð»ðŒ ð® ðœð¹ð®ððºð®ð¿ð¹ðŒ. Lâessere vivente Ú, nella sua struttura più profonda, relazionale. Immaginate un grafo a forma di sfera: ciascuno di noi Ú il nodo (o vertice) di un numero di archi (collegamenti) tra altri nodi del grafo. Il nodo esiste? Certo. Esisterebbe però se non ci fossero gli archi? No. Archi e vertici - individui e relazioni - sono termini per indicare la stessa realtà : non sono pensabili indipendentemente gli uni dagli altri. Ogni individuo emerge come nodo da un numero pressoché infinito di relazioni tra altri nodi del grafo, i quali sono, a loro volta, punto di incontro di altre relazioni tra altri nodi, e così via, indietro nel passato e avanti del futuro.
ðð» ð±ð²ð³ð¶ð»ð¶ðð¶ðð®, ðŒðŽð»ð¶ ð²ððð²ð¿ð² ððºð®ð»ðŒ ð²Ì ðœð¿ð²ðð¶ðŒððŒ, ðð»ð¶ð°ðŒ, ð¶ð¿ð¿ð¶ðœð²ðð¶ð¯ð¶ð¹ð² ð»ðŒð» ðœð²ð¿ð°ðµð²Ì ðœðŒððð²ðŽðŽð® ðð»ð® ð¿ð®ð±ð¶ð°ð®ð¹ð² ðð¶ð»ðŽðŒð¹ð®ð¿ð¶ðð®Ì, ð®ð¹ ð°ðŒð»ðð¿ð®ð¿ð¶ðŒ perché ricapitola in sé, ciascuno dalla propria particolarissima prospettiva, lâintera umanità . Ognuno di noi Ú â per citare Pascal â il centro di una sfera il cui raggio Ú infinito e la circonferenza da nessuna parte.
ð¥ðððð§ðâ ð¢ðŽð»ð¶ ð¶ð»ð±ð¶ðð¶ð±ððŒ â ðŸðð¶ð»ð±ð¶ - ðµð® ðð»ð® ððð® ð¿ð²ð®ð¹ðð®Ì ððð®ð¯ð¶ð¹ð²: ð¯ð¶ðŒð¹ðŒðŽð¶ð°ð® (ððœð²ð°ð¶ð² ð² ðŽð²ð»ð²ð¿ð²) ð² ð°ðð¹ððð¿ð®ð¹ð² (ð²ðœðŒð°ð® ð² ððŒð°ð¶ð²ðð®Ì). Su questa roccia, scorre un fiume di sensazioni, memorie, fantasie, emozioni, identificazioni. La nostra mente Ú un palcoscenico dove noi recitiamo tutti i ruoli, non solo quando sogniamo, ma anche, sottotraccia, durante la veglia.
ð€ðð²ðððŒ ð°ðŒð»ðð¶ð»ððŒ ð³ð¹ððððŒ ð±ð¶ ðœð²ð»ðð¶ð²ð¿ð¶ ð² ð±ð²ðð¶ð±ð²ð¿ð¶ ðœð²ð¿ðºð²ððð² ðð» ð»ððºð²ð¿ðŒ ðœð¿ð²ðððŒð°ðµð²Ì ð¶ð»ð³ð¶ð»ð¶ððŒ ð±ð¶ ð¶ð±ð²ð»ðð¶ð³ð¶ð°ð®ðð¶ðŒð»ð¶: ð°ð¶ ðð¶ ðœððŒÌ ð¶ð±ð²ð»ðð¶ð³ð¶ð°ð®ð¿ð² ð°ðŒð» ðð» ð®ð»ð¶ðºð®ð¹ð² ð±ð¶ ððœð²ð°ð¶ð² ð±ð¶ðð²ð¿ðð® (ðð¶ ðœð²ð»ðð¶ ð®ðŽð¹ð¶ ðð°ð¶ð®ðºð®ð»ð¶); con il genere opposto al proprio (tutte le forme di transessualismo); con un individuo di unâaltra epoca e cultura (come nel caso di alcuni deliri). Si potrà pensare a sé come un uomo che sogna di essere una farfalla che a sua volta sogna di essere un uomo; un maschio che si sente una femmina che immagina di essere maschio; un greco che pensa di essere un barbaro che crede di essere greco. Siamo specchi che si specchiano in altri specchi, in un gioco senza fine che André Gide chiamò ð®ðªðŽðŠ-ðŠð¯-ð¢ð£ðºð®ðŠ, âmessa in abissoâ.
ð§ðððð®ðð¶ð®, ð°ð¶ð®ðð°ðð»ðŒ ð±ð¶ ð»ðŒð¶ ðð¶ ðœððŒÌ ð¿ð®ðœðœð¿ð²ðð²ð»ðð®ð¿ð² ð¶ð» ðºð¶ð¹ð¹ð² ðºðŒð±ð¶ ððŒð¹ðŒ ðœð²ð¿ð°ðµð²Ì ðœðŒðŽðŽð¶ð® ðð ðð»ð® ððŒð¹ð¶ð±ð® ð¯ð®ðð², ð®ð¹ðð¿ð¶ðºð²ð»ðð¶ ðð¶ ðœð²ð¿ð±ð²ð¿ð²ð¯ð¯ð² ð¶ð» ðŸðð²ðððŒ ð¹ð®ð¯ð¶ð¿ð¶ð»ððŒ. Guai allo sciamano che resta lupo per sempre; alla drag queen che scorda di essere stata maschio; al barbaro che si illude di essere nato ad Atene. Sono destinati a finire come Moammed Sceab âððªðŽð€ðŠð¯ð¥ðŠð¯ðµðŠ/ ð¥ðª ðŠð®ðªð³ðª ð¥ðª ð¯ð°ð®ð¢ð¥ðª/ ðŽð¶ðªð€ðªð¥ð¢/ ð±ðŠð³ð€ð©ðŠÌ ð¯ð°ð¯ ð¢ð·ðŠð·ð¢ ð±ðªð¶Ì/ ðð¢ðµð³ðªð¢/ ðð®ð°Ì ðð¢ ðð³ð¢ð¯ð€ðªð¢/ ðŠ ð®ð¶ðµð°Ì ð¯ð°ð®ðŠ / ðð¶ ðð¢ð³ð€ðŠð/ ð®ð¢ ð¯ð°ð¯ ðŠð³ð¢ ðð³ð¢ð¯ð€ðŠðŽðŠâ (Giuseppe Ungaretti, ðð¯ ð®ðŠð®ð°ð³ðªð¢, 1916).
ð£ðšððŠðð¢ð¡ð ðŠððŠðŠðšððð ðð® ð¿ð¶ðœð¿ðŒð±ððð¶ðŒð»ð² ð¯ð¶ðð²ðððð®ð¹ð², ð°ðŒðºðð»ð² ðð¿ð® ððððð¶ ð¶ ðºð®ðºðºð¶ð³ð²ð¿ð¶ ð² ðŽð¹ð¶ ð²ððð²ð¿ð¶ ððºð®ð»ð¶, ððœð¶ð²ðŽð® ð¹ð® ð±ð¶ð³ð³ð²ð¿ð²ð»ðð® ðð¿ð® ðºð®ðð°ðµð¶ ð² ð³ð²ðºðºð¶ð»ð²; ðŸðð²ððð® ð±ð¶ð³ð³ð²ð¿ð²ð»ðð® ð°ðŒð»ðð¿ð¶ð¯ðð¶ðð°ð² ð® ð³ðŒð¿ðºð®ð¿ð² ð¹âð¶ð±ð²ð»ðð¶ðð®Ì ðœð²ð¿ððŒð»ð®ð¹ð² ð±ð¶ ð°ð¶ð®ðð°ðð»ðŒ; a sua volta, lâidentità personale si fonda su elementi stabili e su un flusso continuo e mutevole di sensazioni, memorie, fantasie che la rendono unica. Ma su cosa si fonda la riproduzione?
ðð¹ð¶ ð²ððð²ð¿ð¶ ððºð®ð»ð¶ ððŒð»ðŒ ððœð¶ð»ðð¶ ð®ð¹ð¹ð® ð¿ð¶ðœð¿ðŒð±ððð¶ðŒð»ð² ð±ð® ðð» ð±ð²ðð¶ð±ð²ð¿ð¶ðŒ ð±ð²ðððŒ âðð²ðððð®ð¹ð²â. ðŠð¶ðŽðºðð»ð± ðð¿ð²ðð± ð°ðµð¶ð®ðºðŒÌ ðŸðð²ðððŒ ð±ð²ðð¶ð±ð²ð¿ð¶ðŒ âðœðð¹ðð¶ðŒð»ð²â (ð©ð§ððð). La pulsione Ú un âdirigersi versoâ un oggetto (un'altra persona, una fantasia, persino sé stessi), con lo scopo di raggiungere un soddisfacimento e calmare una tensione interna, che può originare da varie parti del corpo.
ðð® ðœðð¹ðð¶ðŒð»ð² ðð²ðððð®ð¹ð² ð»ðŒð» ðµð® ð¿ð®ðœðœðŒð¿ððŒ ðŒð¯ð¯ð¹ð¶ðŽð®ððŒ ð°ðŒð» ð¹ð® ð¿ð¶ðœð¿ðŒð±ððð¶ðŒð»ð² (ð®ð»ð°ðµð² ðð² ð²Ì ð¹ð® ððœð¶ð»ðð® ð°ðµð² ð¹ð® ðºððŒðð²). ðð±ð²ð»ðð¶ðð®Ì ð±ð¶ ðŽð²ð»ð²ð¿ð² ð² ðð°ð²ð¹ðð® ð±ð²ð¹ð¹âðŒðŽðŽð²ðððŒ ðð²ðððð®ð¹ð² ððŒð»ðŒ ð°ðŒð¹ð¹ð²ðŽð®ðð² ðºð® ð¶ð»ð±ð¶ðœð²ð»ð±ð²ð»ðð¶. Maschi e femmine hanno modi diversi - in parte radicati nella biologia, in parte in norme sociali - di percepire e soddisfare il desiderio sessuale. Ogni società , epoca e cultura ha regole esplicite e implicite che riguardano lâesercizio della sessualità . Alcune società hanno norme più rigorose, altre meno, ma non Ú mai esistita una comunità umana che non regolamentasse la vita sessuale.
ðð¥ð¢ðŠ ð ðð ð¢ð¥ð ðð® ðœðð¹ðð¶ðŒð»ð² ðð²ðððð®ð¹ð² ð³ðŒð»ð±ð® ð¹ð® ð³ðð»ðð¶ðŒð»ð² ð¿ð¶ðœð¿ðŒð±ðððð¶ðð®, ðºð® ðð® ð¯ð²ð» ð®ð¹ ð±ð¶ ð¹ð®Ì ð±ð²ð¹ð¹ð® ð¿ð¶ðœð¿ðŒð±ððð¶ðŒð»ð² ð² ð°ðŒð¶ð»ððŒð¹ðŽð² ðºðŒð¹ðð¶ ð®ð¹ðð¿ð¶ ð®ððœð²ððð¶ ð±ð²ð¹ð¹ð® ðð¶ðð®. ðð¶ ð±ð²ðð² ðŸðð¶ð»ð±ð¶ ð²ððð²ð¿ð² ðð» ðœð¿ð¶ð»ð°ð¶ðœð¶ðŒ ðððœð²ð¿ð¶ðŒð¿ð² ð°ðµð² ð¹ð® ððœð¶ð²ðŽðµð¶. Noi chiamiamo questo principio âamoreâ, gli antichi greci lo chiamavano âerosâ (due parole che hanno esattamente lo stesso significato).
ðð¿ðŒð, ðŒ ð®ðºðŒð¿ð², ð²Ì ð¶ð¹ ðœð¿ð¶ð»ð°ð¶ðœð¶ðŒ ð°ðµð² ððœð¶ð»ðŽð² ðððððŒ ð°ð¶ðŒÌ ð°ðµð² ð²ðð¶ððð² ð® ð°ðŒð»ð»ð²ððð²ð¿ðð¶, ð¶ð¹ ðœð¿ð¶ð»ð°ð¶ðœð¶ðŒ ð°ðµð² ðŽð²ð»ð²ð¿ð® ð¹ð® ð¿ð²ðð² ð±ð¶ ð¿ð²ð¹ð®ðð¶ðŒð»ð¶ ð±ð® ð°ðð¶ ððððð¶ ðŽð¹ð¶ ð¶ð»ð±ð¶ðð¶ð±ðð¶, ð³ðŒð¿ðð² ð¶ð¹ ðºðŒð»ð±ðŒ, ð²ðºð²ð¿ðŽðŒð»ðŒ. Queste relazioni, essenziali allo sviluppo psicologico e fisico dellâindividuo, sono state studiate da psicoanalisti e psicologi sperimentali nel corso degli anni 1950 e 60, dando origine alla teoria detta âdellâattaccamentoâ. Questa teoria afferma che esiste un bisogno ancora più originario della pulsione sessuale: la necessità , fisica e mentale, di un legame affettuoso e protettivo, tra neonato e chi si prende cura di lui. Questa necessità non Ú limitata alle prime fasi dello sviluppo: infatti il legame viene âinteriorizzatoâ dallâadulto e conferisce per tutta la vita una sensazione di autonomia e di âsolidità â esistenziale. Lâ attaccamento fornisce la base âmaterialeâ alla struttura di relazioni di cui ho parlato: Ú il corrispettivo biologico degli âarchiâ che connettono e creano i nodi del grafo.
ðŠð ð°ðŒðð® ðð¶ ð³ðŒð»ð±ð® ðœð²ð¿ðŒÌ, ð® ððð® ððŒð¹ðð®, ð¹âð®ðºðŒð¿ð²? ðð¿ð²ðð± ð² ðºðŒð¹ðð¶ ðð°ð¶ð²ð»ðð¶ð®ðð¶, ð®ð»ð°ðµð² ðŒð±ð¶ð²ð¿ð»ð¶, ðµð®ð»ð»ðŒ ð¿ð¶ððœðŒðððŒ ð°ðµð² ð²Ì ðð» ðœð¿ðŒð±ðŒðððŒ ð±ð²ð¹ð¹ð® ðð²ð¹ð²ðð¶ðŒð»ð² ð»ð®ððð¿ð®ð¹ð². La religione greca arcaica, quella ebraica e quella cristiana affermano che lâamore Ú (un) Dio e non ha quindi bisogno di fondarsi su altro da sé. La potenza di Dio, che crea, dà vita e tiene unito lâuniverso, coincide con quella dellâamore. Lâamore Ú più forte persino della morte e del denaro perché âððŠ ðŽð¶ðŠ ð·ð¢ð®ð±ðŠ ðŽð°ð¯ð° ð·ð¢ð®ð±ðŠ ð¥ðª ð§ð¶ð°ð€ð°, ð¶ð¯ð¢ ð§ðªð¢ð®ð®ð¢ ð¥ðªð·ðªð¯ð¢â (Cant 8,6). Ogni potere umano soccombe allâamore diventando altro da sé (âð€ð©ðª ð·ð¶ð°ð ðŠðŽðŽðŠð³ðŠ ðªð ð±ð³ðªð®ð° ðµð³ð¢ ð·ð°ðª ðŽð¢ð³ð¢Ì ðªð ðŽðŠð³ð·ð° ð¥ðª ðµð¶ðµðµðªâ Mc 14,44) oppure Ú costretto a combatterlo come il suo peggior nemico. Lo aveva capito Orwell che concluse 1984 nel modo più tragico e disperato: il tradimento tra due amanti.
ð¡ðšð¢ð©ð ð¡ð¢ð¥ð ðððð§ðÌ ðâ ð®ð¿ð°ðµð¶ðð²ðððð¿ð® ð¶ð¹ ð°ðð¶ ð±ð¶ðð²ðŽð»ðŒ ðµðŒ ð®ðœðœð²ð»ð® ð®ð¯ð¯ðŒððð®ððŒ - ð±ð®ð¹ð¹ð® ð¿ð¶ðœð¿ðŒð±ððð¶ðŒð»ð² ð®ð¹ð¹âð®ðºðŒð¿ð² â ð²Ì ðŸðð²ð¹ð¹ð® ð°ðµð² ðð¶ ððð® ððŽð¿ð²ððŒð¹ð®ð»ð±ðŒ ððŒðððŒ ð¹ð® ððœð¶ð»ðð® ð±ð²ð¹ð¹ð® âð»ððŒðð® ð»ðŒð¿ðºð®ð¹ð¶ðð®Ìâ. Il passaggio da cittadino produttore a quello consumatore e infine a quello digitale sta comportando una drammatica rivoluzione antropologica.
ðŠð°ð¿ð¶ðð²ðð® ð£ð®ððŒð¹ð¶ð»ð¶ ð»ð²ð¹ð¹ð® ððð® ðð¹ðð¶ðºð® ð¶ð»ðð²ð¿ðð¶ððð® ð±ð²ð¹ ð° ð»ðŒðð²ðºð¯ð¿ð² ððµð³ð±: âðð¢ ðµð³ð¢ðšðŠð¥ðªð¢ ðŠÌ ð€ð©ðŠ ð¯ð°ð¯ ð€ðª ðŽð°ð¯ð° ð±ðªð¶Ì ðŠðŽðŽðŠð³ðª ð¶ð®ð¢ð¯ðª, ð€ðª ðŽð°ð¯ð° ðŽðµð³ð¢ð¯ðŠ ð®ð¢ð€ð€ð©ðªð¯ðŠ ð€ð©ðŠ ðŽð£ð¢ðµðµð°ð¯ð° ðâð¶ð¯ð¢ ð€ð°ð¯ðµð³ð° ðâð¢ððµð³ð¢ (âŠ) ðð°ðšððªð° ð¥ðªð³ðŠ ð§ð¶ð°ð³ðª ð¥ð¢ðª ð¥ðŠð¯ðµðª: ðªð° ðŽð€ðŠð¯ð¥ð° ð¢ððâðªð¯ð§ðŠð³ð¯ð° ðŠ ðŽð° ð€ð°ðŽðŠ ð€ð©ðŠ ð¯ð°ð¯ ð¥ðªðŽðµð¶ð³ð£ð¢ð¯ð° ðð¢ ð±ð¢ð€ðŠ ð¥ðª ð¢ððµð³ðª. ðð¢ ðŽðµð¢ðµðŠ ð¢ðµðµðŠð¯ðµðª. ðâðªð¯ð§ðŠð³ð¯ð° ðŽðµð¢ ðŽð¢ððŠð¯ð¥ð° ð¥ð¢ ð·ð°ðªâ. Pasolini raffigurò questo inferno in âðð¢ðð°Ì ð° ððŠ 120 ðšðªð°ð³ð¯ð¢ðµðŠ ð¥ðª ðð°ð¥ð°ð®ð¢â, che resta, a mio avviso, uno dei suoi film più belli. Unâopera straordinaria che rappresenta lâanarchia del potere per ciò che Ú nella sua essenza: tentativo estremo di estirpare lâamore. La rivoluzione antropologica che sta fondando la nuova normalità ha proprio questo obiettivo e si sta sviluppando attraverso tre, distinte ma interconnesse, linee.
ðð® ðœð¿ð¶ðºð® ð¿ð¶ðŽðð®ð¿ð±ð® ð¹ð² ð¶ð±ð²ð»ðð¶ðð®Ì ð¶ð»ð±ð¶ðð¶ð±ðð®ð¹ð¶, ð°ðµð² ðð¶ ð±ð²ððŒð»ðŒ ð¶ð»ð±ð²ð¯ðŒð¹ð¶ð¿ð², ðœð²ð¿ ð°ð¿ð²ð®ð¿ð² ð¶ð¹ ðœð²ð¿ð³ð²ðððŒ ð°ðŒð»ðððºð®ððŒð¿ð² ðŽð¹ðŒð¯ð®ð¹ð², ma che si devono anche moltiplicare per generare sempre nuove nicchie di mercato. Due capisaldi dellâidentità personale sono genere e cultura. Oggi câÚ un tentativo di convincere le persone che lâidentità âbinariaâ sia una gabbia, che libertà e felicità risiedano nelle identità âarcobalenoâ, nella poliedricità dei sogni, che potranno sempre essere trasformati in realtà dalla tecnologia. Per ottenere questo risultato si sono dovute contrabbandare situazioni di vero disagio mentale in semplice âdiversità â, meritevole di protezione e legittimazione sociale. Nello stesso tempo Ú continuata la demolizione delle identità culturali. Lâomologazione di cui parlava Pasolini aveva come obiettivo la cultura contadina e le culture locali. Lâomologazione degli ultimi decenni si Ú spinta ben oltre: ha operato direttamente sul mondo della cultura. La formazione scolastica letteraria, artistica e umanistica, non strettamente tecnica, Ú stata ovunque marginalizzata o eliminata. La âð€ð¢ð¯ð€ðŠð ð€ð¶ððµð¶ð³eâ - e tutti i movimenti ad essa analoghi- stanno procedendo alla sistematica ð¥ð¢ð®ð¯ð¢ðµðªð° ð®ðŠð®ð°ð³ðªð¢ðŠ della civiltà occidentale, in particolare, delle sue radici greco-cristiane.
ðð® ðð²ð°ðŒð»ð±ð® ð¿ð¶ðŽðð®ð¿ð±ð® ð¶ ð°ðŒð¿ðœð¶ ð² ð¹ð® ðð²ðððð®ð¹ð¶ðð®Ì. ðð® ðð» ð¹ð®ððŒ, ðºð®ð¶ ð»ð²ðŽð¹ð¶ ðð¹ðð¶ðºð¶ ðð²ð°ðŒð¹ð¶ ðð¶ ð²Ì ðœð®ð¿ð¹ð®ððŒ ð°ðŒðð¶Ì ðð®ð»ððŒ, ð¶ð» ðºðŒð±ðŒ ð°ðŒðð¶Ì ððœðð±ðŒð¿ð®ððŒ, ð±ð¶ ðð²ðððŒ ð² ð¹ðŒ ðð¶ ð²Ì ð¿ð²ððŒ ðœðð¯ð¯ð¹ð¶ð°ðŒ ðœð²ð¿ðð¶ð»ðŒ ð»ð²ð¶ ðððŒð¶ ð±ð²ððð®ðŽð¹ð¶ ðœð¶ðÌ ð¶ð»ðð¶ðºð¶; la pornografia Ú una delle merci più diffuse, a prezzo più basso, o addirittura regalata. Dâaltro lato la nostra Ú anche lâepoca del distanziamento sociale, del ð¯ð°ððª ð®ðŠ ðµð¢ð¯ðšðŠð³ðŠ, dei volti coperti dalle mascherine, del crescente neopuritanesimo di movimenti come âððŠ ðµð°ð°â e contro la discriminazione di genere. In realtà , stiamo assistendo a una progressiva smaterializzazione dei corpi e della sessualità . à un processo che fa parte della smaterializzazione di tutti i rapporti sociali, lavorativi ed economici. à necessario â perché si realizzi il sogno dellâeconomia digitale â che il mondo ârealeâ sia completamente sostituito da un mondo virtuale: ð©ð°ð®ðŠ ðžð°ð³ð¬ðªð¯ðš, transazioni immateriali, denaro elettronico, telemedicina, finanziarizzazione dei mercati e, infine, chat erotiche e pornografia online.
ðð® ðð²ð¿ðð®, ð¹ð® ðœð¶ðÌ ð¶ð»ð³ð¶ð±ð® ð² ðœð²ð¿ð¶ð°ðŒð¹ðŒðð®, ð¿ð¶ðŽðð®ð¿ð±ð® ð±ð¶ð¿ð²ððð®ðºð²ð»ðð² ð¹âð®ðºðŒð¿ð² ð² ð¹ð® ð¯ð²ð¹ð¹ð²ððð®. In tanti hanno osservato che la pandemia non ha affatto migliorato le persone, come allâinizio si diceva, ma che invece sono aumentati odi, rancori, invidie, reciproche aggressività e che questa situazione si Ú in qualche modo prolungata con la guerra in Ucraina. Già l'omologazione delle identità e la smaterializzazione della sessualità sarebbero sufficienti a spiegare lâaumento complessivo di rabbia e aggressività tra le persone. La perdita di elementi identitari âstabiliâ, come genere e cultura, non rende affatto più liberi ma lascia in balia delle proprie fantasie, comprese quelle più distruttive e autodistruttive. La smaterializzazione dei corpi e della sessualità minaccia direttamente i meccanismi dellâattaccamento e della comunicazione fisica che costituiscono la base materiale dellâeros. CâÚ, però, un ulteriore meccanismo che da anni sta erodendo lâamore alle sue fondamenta: lâavanzare incontenibile della bruttezza in tutte le sue forme.
ðð»ðð²ð»ð±ðŒ ð¶ ð°ðŒð¿ðœð¶ ð±ð²ð³ðŒð¿ðºð¶, ðŽðŒð»ð³ð¶ð®ðð¶ ð°ðŒðºð² ðœðŒð¹ð¹ð¶ ð±ð¶ ð®ð¹ð¹ð²ðð®ðºð²ð»ððŒ ð² ð°ðŒðœð²ð¿ðð¶ ð±ð¶ ðð®ððð®ðŽðŽð¶; la musica oscena cantata nelle chiese e la liturgia sempre più sciatta; le regie teatrali grottesche; le poltrone in similpelle e i mobili in stile; i maglioni di cashmere rigenerato; le architetture degli edifici pubblici e i banchi a rotelle; i jeans lacerati sulle ginocchia e gli sneakers; i pomodori privi di sapore e il sushi dei supermercati; la volgarità delle espressioni di uso comune e dei titoli della stampa; gli esperti di cucina e i turisti che affollano gli aeroporti.
ðð¢ð¡ðððšðŠðð¢ð¡ð ð©ðŒð¿ð¿ð²ð¶ ð°ðŒð» ðððððŒ ð¶ð¹ ð°ððŒð¿ð² ðð²ð¿ðºð¶ð»ð®ð¿ð² ð°ðŒð» ðŸðð®ð¹ð°ðµð² ðœð®ð¿ðŒð¹ð® ð±ð¶ ððœð²ð¿ð®ð»ðð® ðŒ, ð°ðŒðºð² ððð®ðð® ðð»ð® ððŒð¹ðð®, ð°ðŒð» ðð»ð® ðœð®ð¿ð²ð»ð²ðð¶. Non ho, però, esortazioni da fare, e le uniche parole di speranza che mi vengono alla mente sono quelle che Enea, lasciando Troia in fiamme, rivolse ai compagni: ðð¯ð¢ ðŽð¢ðð¶ðŽ ð·ðªð€ðµðªðŽ, ð¯ð¶ððð¢ð® ðŽð±ðŠð³ð¢ð³ðŠ ðŽð¢ðð¶ðµðŠð® (Una sola salvezza resta ai vinti, non sperare nella salvezza) (Eneide, II, 354). Non disprezzatele, però: se ci pensate bene, capirete che sono le più belle parole di speranza mai pronunciate.
ð ðð¢ð¯ð¥ð³ð° ððªð¯ð¥ð³ð°, in memoriam