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Immagine del redattoreEmilio Mordini

CHE COS'รˆ l'ANSIA?

ยซ๐˜“๐˜ข ๐˜ท๐˜ช๐˜ต๐˜ข ๐˜ด๐˜ช ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ฆ ๐˜ฐ๐˜จ๐˜จ๐˜ช ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜ค๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฃ๐˜ช๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ข๐˜ถ๐˜ณ๐˜ขยป (๐˜๐˜ฆฬˆ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ณ ๐˜”๐˜ช๐˜ค๐˜ฉ๐˜ข๐˜ช๐˜ญ๐˜ฐ๐˜ท๐˜ช๐˜ค ๐˜‹๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ฐ๐˜ฆ๐˜ท๐˜ด๐˜ฌ๐˜ช๐˜ซ - ๐˜ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฎ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ช, ๐˜—๐˜ข๐˜ณ๐˜ต๐˜ฆ 1, ๐˜Š๐˜ข๐˜ฑ. ๐˜›๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ป๐˜ฐ, ๐˜๐˜๐˜๐˜)


๐—ค๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ผ ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐˜€๐—ฒ๐—ด๐˜‚๐—ฒ ๐—ถ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฎ๐—น๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐˜‚๐—ป ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ ๐˜€๐—ฐ๐—ฟ๐—ถ๐˜๐˜๐—ผ ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐—น๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ฒ๐˜๐˜๐—ถ๐—บ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ ๐—ณ๐—ฎ dal titolo โ€œ๐˜Š๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ดโ€™๐˜ฆฬ€ ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ช๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ?โ€ (https://www.facebook.com/share/oyVsJkaJGirjEkr4/). In quellโ€™articolo, concludevo dicendo che sempre piรน mi andavo convincendo che al fondo di tutti i disturbi psicologici e psichiatrici vi fosse uno stesso nucleo di sofferenza composto da paura e dolore. Si trattava di unโ€™idea non nuova, che in me nasceva, tuttavia, da semplici osservazioni cliniche. Vorrei ora approfondire quelle riflessioni, focalizzando lโ€™attenzione sul sentimento della paura. In un prossimo, terzo, articolo mi ripropongo di fare lo stesso per il dolore.

๐—Ÿ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐˜€๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—น๐—ถ๐—ฐ๐—ฒ ๐—ฒ ๐—ฐ๐—น๐—ฎ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ณ๐—ถ๐—ป๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ โ€œ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎโ€ ๐—ฒฬ€ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ณ๐—ผ๐—ฟ๐—ป๐—ถ๐˜๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฎ ๐—”๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ผ๐˜๐—ฒ๐—น๐—ฒ ๐—ป๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฃ๐—ผ๐—ฒ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ: โ€œ๐˜ญ๐˜ข ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ง๐˜ง๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ป๐˜ข ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜ถ๐˜ฏ ๐˜ฎ๐˜ข๐˜ญ๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฎ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ญ๐˜ถ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ฃ๐˜ช๐˜ญ๐˜ฆโ€. In realtร , non tutti i mali che generano paura sono ineludibili. A volte il male appare evitabile o, perlomeno, mitigabile: in questi casi la paura si accompagna a progetti di fuga o di difesa. Si puรฒ reagire alla paura anche esibendo un sentimento opposto, ad esempio una spavalderia esagerata. A volte tutte queste reazioni tendono a presentarsi insieme nella stessa persona, generando un caratteristico stato di agitazione e confusione.

๐—Ÿ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฒฬ€, ๐—ฑ๐˜‚๐—ป๐—พ๐˜‚๐—ฒ, ๐—ถ๐—น ๐˜€๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ถ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ป๐—ฎ๐˜€๐—ฐ๐—ฒ ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜๐—ถ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜‚๐—ป ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฒ. In altre parole, รจ evocata dallโ€™anticipazione di un male nel nostro pensiero. Qui si apre unโ€™interessante questione alla quale, perรฒ, non risponderรฒ in questa sede: perchรฉ gli esseri umani occupano lโ€™attesa del male rappresentandolo e soffrendolo in anticipo? Che senso ha un comportamento cosรฌ irrazionale e โ€œmasochistaโ€? Se fosse essenzialmente un comportamento preparatorio al pericolo โ€“ come รจ stato suggerito โ€“ come mai il suo effetto nellโ€™uomo รจ spesso paralizzante e non finalizzato a una risposta efficace, come invece accade negli animali?


๐—ฉ๐—ผ๐—ฟ๐—ฟ๐—ฒ๐—ถ ๐—ผ๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐—น๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฐ๐˜‚๐—ถ ๐˜€๐—ถ ๐—ต๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ. La prima questione รจ capire se vi sia modo di decidere se e quando una paura รจ congrua e se si possa mai definire la giusta proporzione tra gravitร  del male ed entitร  della paura. La risposta รจ negativa: non cโ€™รจ modo per stabilire quando e quanto sia giusto e proporzionato avere paura. Ciascuno di noi valuta in modo diverso cosa sia per lui male e in che misura lo sia. La distinzione che si fa tra paure razionali e irrazionali, motivate e immotivate, รจ basata principalmente sullโ€™opinione della maggioranza, cioรจ su ciรฒ che ogni epoca e gruppo sociale insegnano che si debba temere.

๐—Ÿ๐—ฎ ๐˜€๐—ฒ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฒฬ€ ๐˜€๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฏ๐—ฏ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ณ๐—ผ๐—ฟ๐˜‡๐—ฎ ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜‚๐—ป ๐—ผ๐—ด๐—ด๐—ฒ๐˜๐˜๐—ผ. Aristotele dice che si teme un male, quindi parrebbe di sรฌ. Tuttavia, esistono situazioni in cui la paura non ha apparentemente alcun oggetto: sono gli stati che si chiamano comunemente di ansia o angoscia, che differiscono dalla paura di cui abbiamo sinora parlato perchรฉ chi le prova non sa dire con precisione il male che teme. Chiamo ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿญ la paura semplice, quella con un oggetto riconoscibile, e ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฎ la paura che non ha a prima vista un oggetto.

๐—Ÿโ€™๐—ฒ๐˜€๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฐ๐—น๐—ถ๐—ป๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ๐—บ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฎ๐—น๐—นโ€™๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ด๐—ถ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฎ, ๐—ฐ๐—ถ๐—ผ๐—ฒฬ€ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—นโ€™๐—ฎ๐—ป๐˜€๐—ถ๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—นโ€™๐—ฎ๐—ป๐—ด๐—ผ๐˜€๐—ฐ๐—ถ๐—ฎ, si trova un male determinato che, perรฒ, la persona cerca di non vedere. In altre parole, lโ€™ansia รจ la paura di un male che non si vorrebbe pensare, anche se, evidentemente, lo si pensa lo stesso. In definitiva, la ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฎ รจ una ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ๐Ÿญ in cui la consapevolezza del male รจ stata, come dicono gli psicoanalisti, rimossa. La ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฎ proprio perchรฉ รจ avvertita come una minaccia misteriosa e inevitabile, tende a trasformarsi in terrore oppure in resa al male. Il terrore รจ quello che normalmente si definisce โ€œpanicoโ€ o โ€œcrisi di panicoโ€, mentre la resa al male รจ ciรฒ che comunemente si chiama โ€œdepressioneโ€. Panico e depressione sono, dunque, due possibili sbocchi dellโ€™ansia. Cโ€™รจ poi un terzo, eventuale, esito: il malato trova un oggetto sostitutivo da temere. Chiamo questo esito ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฏ.

๐—Ÿ๐—ฎ ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฏ ๐—ฝ๐˜‚๐—ผฬ€ ๐˜€๐—ฒ๐—บ๐—ฏ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—บ๐—ผ๐—น๐˜๐—ผ ๐˜€๐—ถ๐—บ๐—ถ๐—น๐—ฒ ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿญ, ma ne differisce in modo sostanziale perchรฉ รจ un sintomo, cioรจ non รจ la paura originaria ma un suo sostituto. La ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฏ serve a mantenere lontano dalla coscienza il male a cui non si vuole pensare, evitando, allo stesso tempo, che il timore per qualcosa di ignoto si trasformi in panico o depressione, due dellโ€™esperienze piรน distruttive che un essere umano possa fare.

๐—œ ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ถ ๐˜๐—ฒ๐—บ๐˜‚๐˜๐—ถ ๐—ฑ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฏ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐˜€๐—ถ ๐˜€๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜€๐—ฐ๐—ฒ๐—น๐˜๐—ถ ๐—ป๐—ฒ๐—น ๐—ฟ๐—ฒ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฒ ๐˜๐—ถ๐—ฝ๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—น๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ, non sono, quindi, paure strane, casomai la loro bizzarria sta nel loro essere eccessive e non dominabili attraverso il ragionamento. I testi di psichiatria riportano lunghi elenchi di queste paure stereotipate โ€“ claustrofobia, agorafobia, zoofobia, etc. โ€“ che differiscono tra loro soltanto per gli oggetti o le circostanze che incutono timore. Altre volte, nelle situazioni di maggiore destrutturazione mentale, la ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฏ assume connotati piรน illogici e bizzarri, con le caratteristiche di deliri agli esordi: paura che i propri organi interni vadano in putrefazione, paura che i propri pensieri siano noti alle persone, paura di essere controllati a distanza e cosรฌ via.

๐—œ๐—ผ ๐—ฐ๐—ฟ๐—ฒ๐—ฑ๐—ผ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐˜€๐—ฒ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐˜€๐—ถ ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ถ ๐˜€๐—ฒ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ, cioรจ che la ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฏ sia sempre preceduta dalla ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฎ e che questa a sua volta nullโ€™altro sia che una ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿญ il cui oggetto รจ stato rimosso dalla coscienza. Il legame tra ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿญ e ๐Ÿฎ, tuttavia, non รจ quasi mai evidente perchรฉ la gran parte delle volte la paura iniziale (quella destinata a diventare inconscia) risale alla primissima infanzia e passa del tutto inosservata. Anche la fase dellโ€™ansia senza oggetto cosciente, la ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฎ, puรฒ sfuggire alla diagnosi, soprattutto se non dร  origine a forme troppo evidenti di panico o di depressione. Le persone, spesso, si vergognano a chiedere aiuto, cercano di curarsi da sole o si affidano a un medico di base che di solito si limita a rassicurarle e prescrivere un tranquillante. Cosรฌ, il piรน delle volte il malato si rivolge a uno specialista solo quando si presentano i sintomi della ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฏ, cioรจ ansie relative a una paura specifica (che si verifichi una qualche disgrazia, che un proprio caro abbia un incidente, che qualcuno si ammali, etc.) oppure fobie strutturate o paure connesse a idee deliranti. La ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฏ, se non รจ curata bene, ha poi anchโ€™essa una sua evoluzione, ma ne parlerรฒ in un prossimo articolo. Altre volte, invece, la ๐—ฃ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐Ÿฎ รจ ingovernabile sin da subito e allora il malato chiede aiuto per le crisi di panico o per i segni di una seria depressione (senso di disperazione, pensieri di morte, difficoltร  crescente a prendere cura di sรฉ, etc.).


๐—ฅ๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐—ผ๐—ฟ๐—ฎ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ฑ๐—ผ๐—บ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ, ๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐—ฑ๐—ถ๐—ณ๐—ณ๐—ถ๐—ฐ๐—ถ๐—น๐—ฒ: ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ป๐—ฎ๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฒฬ€ ๐—น๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ถ ๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ด๐—ถ๐—ป๐—ฎ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐˜€๐—ฒ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ต๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐˜€๐—ฐ๐—ฟ๐—ถ๐˜๐˜๐—ผ? La maggior parte delle paure non si trasforma in malattia ma solo quelle in cui la consapevolezza dellโ€™oggetto temuto รจ rimossa. Per quale ragione un determinato male diventa cosรฌ intollerabile alla coscienza da rimuoverlo?

๐—ก๐—ฒ๐—น๐—นโ€™๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ โ€œ๐—–๐—ต๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€โ€™๐—ฒฬ€ ๐—น๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ?โ€ ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐˜‡๐—ฎ๐˜ƒ๐—ผ ๐—นโ€™๐—ถ๐—ฝ๐—ผ๐˜๐—ฒ๐˜€๐—ถ che โ€“ pur nella grande varietร  delle storie personali - questo male โ€œimpensabileโ€ fosse in qualche modo riconducibile alla solitudine. Avevo specificato che, con tale termine, non intendevo lโ€™esperienza dellโ€™isolamento e neppure quella di sentirsi abbandonati, non amati, privi di calore umano. Tutte queste evenienze possono essere molto dolorose (e, in condizioni estreme, lโ€™isolamento puรฒ condurre a vere e proprie malattie fisiche oltre che mentali) ma non mi riferivo a esse. Piuttosto, parlando di solitudine pensavo alla situazione in cui ci si sente soli perchรฉ abbiamo perso ogni interesse per gli altri: non si prova amore, affetto o simpatia per nessuno e nulla sembra piรน legarci ai nostri simili, se non, a volte, un sordo rancore e un senso di ingiustizia subita.

๐—ค๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ผ ๐˜๐—ถ๐—ฝ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜€๐—ผ๐—น๐—ถ๐˜๐˜‚๐—ฑ๐—ถ๐—ป๐—ฒ โ€“ ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ถ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ, ๐—ฎ ๐˜ƒ๐—ผ๐—น๐˜๐—ฒ, ๐—ฑ๐—ฒ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ฎ๐—ป๐˜‡๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ถ โ€“ si sviluppa a partire da sentimenti di crescente diffidenza, invidia, avarizia e rabbia, diretti allโ€™inizio solo verso alcune persone ma che poi, piano piano, finiscono per coinvolgere lโ€™intera sfera sociale del soggetto. Ostilitร  e risentimento giungono a creare un vero deserto emotivo entro cui lo sventurato o la sventurata, alla fine, precipitano. รˆ la tremenda solitudine con cui si presenta al lettore ๐˜Œ๐˜ฃ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ป๐˜ฆ๐˜ณ ๐˜š๐˜ค๐˜ณ๐˜ฐ๐˜ฐ๐˜จ๐˜ฆ, nel ๐—–๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ก๐—ฎ๐˜๐—ฎ๐—น๐—ฒ di Dickens. Credo che questa solitudine sia anche quella di cui si fa esperienza nei primi mesi e anni di vita e che costituisce il modello di ciรฒ che, da quel momento in poi, rimarrร  il terrore piรน profondo per tutti gli esseri umani.

๐— ๐—ถ ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ผ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ต๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ผ ๐—ฝ๐˜‚๐—ผฬ€ ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฏ๐—ถ๐˜‡๐˜‡๐—ฎ๐—ฟ๐—ฟ๐—ผ, tanto sembra lontana questa solitudine dalla condizione di un bambino piccolo, che appare totalmente aperto alla vita. In parte questo รจ anche vero, ma solo in parte. Proprio questa grande apertura alla vita e alla relazione, sommata a una naturale debolezza fisica rispetto agli adulti e ai bambini piรน grandi, mette ogni bimbo in una condizione di grande vulnerabilitร . Infatti, mai come nella prima infanzia, un essere umano puรฒ ricevere le piรน cocenti delusioni e terribili frustrazioni da chi ha accanto, senza avere la minima possibilitร  nรฉ difendersi nรฉ di reagire. Si tratta di accadimenti quasi sempre inevitabili e del tutto insignificanti dal punto di vista degli adulti (un gesto un poโ€™ brusco, qualche attimo di ritardo nel prestare attenzione, un rumore che allarma, un sapore sgradito, etc.) ma di grande impatto sul bambino perchรฉ sono le sue prime delusioni e frustrazioni.

๐—–๐—ถ ๐—ณ๐˜‚ (๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ฒ ๐—ฐโ€™๐—ฒฬ€ ๐—ฎ๐—ป๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐—ฎ) ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ด๐—ฟ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐—ฐ๐˜‚๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ด๐—ถ, ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ถ๐˜€๐˜๐—ถ, ๐—ฐ๐—น๐—ถ๐—ป๐—ถ๐—ฐ๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ฟ๐—ถ ๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ถ sullโ€™origine e la natura di queste esperienze dolorose precoci; parlarne ora, perรฒ, esula, del tutto dagli scopi di questo articolo. Certo รจ che, tra le molte cose che un bambino impara nei primi mesi e anni di vita e probabilmente giร  nella vita intrauterina, cโ€™รจ anche la sofferenza psichica. Tutto questo non sarebbe neppure un male, poichรฉ dolore e paura fanno inevitabilmente parte della vita: il guaio รจ che, insieme a questi, il bambino impara anche a odiare.

๐—ก๐—ผ๐—ป ๐—ฐ๐—ถ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ, ๐—ผ๐˜ƒ๐˜ƒ๐—ถ๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ, ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐˜ƒ๐—ฒ ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ๐—บ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฐ๐—ถ๐˜๐—ฎฬ€ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ผ๐—ฑ๐—ถ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐˜€๐—ถ๐—ฎ ๐—ฎ๐—ฝ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐—ฎ e non sia originaria quanto quella di amare, addentrarsi in questa discussione aprirebbe un capitolo immenso e non arriverebbe, ovviamente, a nessuna conclusione. Fatto sta che il bambino reagisce con rabbia alle delusioni e frustrazioni che incontra. Il problema รจ, perรฒ, che queste delusioni e frustrazioni gli sono inflitte proprio dagli esseri umani che lo circondano, quelli che costituiscono per lui la totalitร  del mondo, che lui ama e che lo accudiscono.

๐—ก๐—ฎ๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ๐—น๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ, ๐—น๐—ฎ ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฏ๐—ฏ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—ฏ๐—ฎ๐—บ๐—ฏ๐—ถ๐—ป๐—ผ ๐—ฒฬ€ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐˜๐˜‚๐˜๐˜๐—ผ ๐—ถ๐—บ๐—ฝ๐—ผ๐˜๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฎ ๐—ณ๐—ฎ๐—ฟ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ฎ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ฎ๐—ฑ๐˜‚๐—น๐˜๐—ถ (al massimo torturerร  i genitori con i suoi strilli) ma innesca proprio quel tremendo sentimento di solitudine di cui ho parlato pocโ€™anzi. La rabbia tende a distruggere i legami dโ€™amore, la rottura di questi legami genera la percezione di esclusione (che รจ, in realtร , autoesclusione), lโ€™esclusione a sua volta provoca le prime sensazioni di invidia. Allo stesso tempo, il bambino โ€œsenteโ€ che il suo amore non รจ stato ricambiato: da questa esperienza impara, quindi, anche lโ€™avarizia, cioรจ la necessitร  di difendersi dal rischio che si corre ogni volta che si dona qualcosa di proprio agli altri. Da questo momento, รจ nata anche per lui la solitudine.

๐—ค๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ถ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ฐ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ต๐—ผ ๐˜€๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐˜๐—ถ๐˜‡๐˜‡๐—ฎ๐˜๐—ผ ๐—ถ๐—ป ๐—ฝ๐—ผ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฟ๐—ถ๐—ด๐—ต๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ฐ๐—ฒ๐—ฑ๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ถ๐—ป ๐—ป๐˜‚๐—บ๐—ฒ๐—ฟ๐—ผ๐˜€๐—ฒ ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ฎ๐˜๐—ฒ ๐˜€๐˜‚๐—ฐ๐—ฐ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐˜ƒ๐—ฒ e sono il risultato di un insieme complessissimo di eventi che accadono nella mente dellโ€™infante. Credo che nessun essere umano abbia potuto mai evitarli, anche se la loro relativa drammaticitร  e impatto sul carattere e salute mentale varia da persona a persona. Nella gran parte delle persone, questa prima esperienza viene del tutto superata, ma il suo insegnamento non sarร  mai completamente dimenticato: lโ€™essere umano ha ora imparato ad aver paura della propria rabbia e dei mostri che ha dentro, soprattutto del deserto di livida e disperata solitudine che questi possono creare nel suo cuore.

๐—ฆ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฎฬ€ ๐—น๐—ฎ ๐˜€๐˜๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ด๐—น๐—ถ ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ป๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎฬ€, ๐—ฏ๐—ฎ๐—บ๐—ฏ๐—ถ๐—ป๐—ผ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐—ด๐—ฟ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ถ๐—ฐ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ, quando sarร  lasciato da solo al buio, sarร  la paura che lo potrร  cogliere, anche da adulto, avventurandosi in un bosco di notte. Sarร , alla fine, la paura priva di oggetto in cui potrร  un giorno precipitare e chiamerร  ansia. Poi, forse, dirร , a sรฉ stesso e al medico, di aver paura dei luoghi chiusi o degli incidenti, dell'infarto o del COVID: in realtร  avrร  sempre solo unโ€™altra, antica, paura.


๐—Ÿโ€™๐—ฎ๐—ป๐˜€๐—ถ๐—ฎ, ๐—ฎ๐—บ๐—ถ๐—ฐ๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—บ๐—ถ ๐—น๐—ฒ๐—ด๐—ด๐—ฒ๐˜๐—ฒ, ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒฬ€ โ€œ๐˜€๐—ผ๐—ณ๐—ณ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐˜‚๐—ป ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—ฒ ๐—ถ๐—บ๐—บ๐—ถ๐—ป๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฒ ๐—ถ๐—ป๐—ฒ๐—น๐˜‚๐—ฑ๐—ถ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ฒโ€ ma per il male, imminente e ineludibile, โ€œ๐˜ช๐˜ญ ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ข๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ฐ, ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ฆ ๐˜ญ๐˜ฆ๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ณ๐˜ถ๐˜จ๐˜จ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ท๐˜ข ๐˜ช๐˜ฏ ๐˜จ๐˜ช๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ค๐˜ข๐˜ฏ๐˜ฅ๐˜ฐ ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ท๐˜ฐ๐˜ณ๐˜ข๐˜ณ๐˜ฆโ€ (Pt.1, 5,8).


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