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  • Immagine del redattoreEmilio Mordini

MA COSA SI AMMALA QUANDO DICIAMO CHE "SI AMMALA LA MENTE"?

Aggiornamento: 2 feb


𝗹 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗺𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝘂𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗼𝗴𝗴𝗶 𝘀𝗶 𝗮𝗳𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗮 𝗺𝗲𝘁𝗮̀ 𝗢𝘁𝘁𝗼𝗰𝗲𝗻𝘁𝗼 “sconfiggendo” la cosiddetta “medicina romantica” o “vitalista”. Il modello “vitalista” sosteneva che fosse impossibile ridurre e analizzare gli organismi viventi in termini fisico-chimici, il modello meccanicista o riduzionista sosteneva il contrario.

𝗦𝗲𝗺𝗽𝗹𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗮𝗹 𝗺𝗮𝘀𝘀𝗶𝗺𝗼, 𝘀𝗶 𝗽𝗼' 𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘃𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗲𝗿𝗮 “𝗼𝗹𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗼” cioè riteneva che gli organismi viventi potessero essere studiati solo nella loro totalità e complessità. Il modello riduzionista era, invece, “analitico”: riteneva che gli organismi viventi si dovessero studiare scomponendoli in unità anatomico-funzionali, ciascuna (entro certi limiti) isolabile.

𝗜𝗹 𝗺𝗼𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗿𝗶𝗱𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘃𝗶𝗻𝘀𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ evitava le fumisterie da alchimista medioevale che spesso affliggevano il modello olistico, produceva migliori risultati pratici ed era più facilmente integrabile con le nascenti scienze chimiche e industria farmaceutica (in altre parole: era in accordo con lo spirito del tempo e dell'economia).

𝗜𝗹 𝗿𝗶𝗱𝘂𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶𝘀𝗺𝗼 𝘀𝗶 𝗮𝗳𝗳𝗲𝗿𝗺𝗼̀ 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗮𝗺𝗽𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗺𝗮𝗹𝗮𝘁𝘁𝗶𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶, tuttavia emerse un problema che rimase irrisolto: qual è l’organo o sistema o apparato che è interessato alla malattia mentale?

𝗡𝗲𝗹𝗹’𝗢𝘁𝘁𝗼𝗰𝗲𝗻𝘁𝗼 𝘀𝗶 “𝗶𝗻𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼̀” 𝗶𝗹 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗲𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 “𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲” (da non confondere con altri concetti filosofici o religiosi) che si immaginò essere il prodotto dell’attività del sistema nervoso, o di una sua parte, il cervello: "𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯 𝘧𝘦𝘨𝘢𝘵𝘰 𝘴𝘦𝘤𝘦𝘳𝘯𝘦 𝘻𝘶𝘤𝘤𝘩𝘦𝘳𝘰, 𝘶𝘯 𝘤𝘦𝘳𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘴𝘦𝘤𝘦𝘳𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘯𝘴𝘪𝘦𝘳𝘪".

𝗜𝗻 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁𝗮̀, 𝗽𝗲𝗿𝗼̀, 𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗮𝗹𝗶 𝗳𝘂𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗶𝗯𝘂𝗶𝘁𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 (prendere decisioni, ricordare, provare emozioni, dare il consenso o meno, autocoscienza, senso di identità personale, esame di realtà, ecc.) non sono – se non con molta approssimazione e un po’ di fantasia – direttamente attribuibili al cervello e a nessun organo, sistema, apparato attraverso cui il riduzionismo descriveva un essere umano. Le stesse malattie mentali non sono sovrapponibili alle malattie del sistema nervoso o del cervello, tant’è che, dopo molti infruttuosi tentativi, nacquero due diverse discipline professionali, cliniche e corpus di conoscenze teoriche: la neurologia e la psichiatria.

𝗜𝗻 𝗿𝗲𝗮𝗹𝘁𝗮̀, 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗱𝘂𝗲 𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗶 che noi usiamo per indicare un individuo a seconda degli aspetti che prendiamo in considerazione ma non indicano due cose diverse, sono solo due punti di vista sullo stesso “oggetto”.

𝗧𝘂𝘁𝘁𝗲 𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗶𝗱𝗱𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀ 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗽𝗼 (sono emozioni, nel senso etimologico di e-mozione, movimento da dentro verso fuori). Nessuna attività mentale si svolge senza un movimento del corpo, fosse pure minimo e impercettibile (in un breve video "parallelo" a questo, spiego come io intendo in tale contesto anche la percezione del tempo https://www.emiliomordini.info/post/la-mente-e-il-tempo).

𝗖𝗼𝘀𝗮 𝘀𝗶 𝗮𝗺𝗺𝗮𝗹𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗼𝗿𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗱𝗶𝗰𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗰𝗵𝗲 ""𝙨𝙞 𝙚̀ 𝙖𝙢𝙢𝙖𝙡𝙖𝙩𝙖 𝙡𝙖 𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚"?



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