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  • Immagine del redattoreEmilio Mordini

GLI STRUMENTI DELLA BUONA CURA


𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗲̀ 𝗶𝗹 𝘁𝗲𝗿𝘇𝗼 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗱𝗶𝗰𝗼 𝗮𝗶 𝗱𝗶𝘀𝘁𝘂𝗿𝗯𝗶 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶 𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗰𝘂𝗿𝗮.

𝗡𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 (https://fb.watch/q7kYpXIDtC/) 𝗵𝗼 𝗱𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 "𝗯𝘂𝗼𝗻𝗮 𝗰𝘂𝗿𝗮": la buona cura ha come suo obiettivo ridare o dare al malato tutta la ricchezza della sua interiorità. Le malattie mentali e psicologiche - dalle più "lievi" alle più gravi - sono abbastanza diverse dalle altre malattie, in cui si può (semplificando) considerare che ci sia un organo o un'apparato malati e che "funzionino male". I disturbi psicologici nascono dalla complessità dell'animo umano e riguardano sempre l'intera persona, non un singolo organo o funzione.

𝗡𝗲𝗹 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 (https://fb.watch/q7kVH1Nc8Q/) 𝗵𝗼 𝘀𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝘀𝗶 𝗱𝗲𝗯𝗯𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗮𝗿𝗲 (𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗼𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲) 𝗹𝗮 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲: ci sono intere librerie dedicate a tale questione. La mia risposta è una risposta pratica, senza pretese di risolvere problemi filosofici o scientifici: la mente non è che il nome che noi diamo all'essere umano vivente considerato da una particolare angolazione. Questa angolazione è il suo essere in relazione con il mondo, il suo "agire e patire", cioè cambiare gli altri e l'ambiente attorno a sé ed essere cambiato dalla proprie percezioni e interazioni con il mondo. I disturbi mentali altro non sono che forme di "malattia" del nostro modo di "agire e patire", della nostra relazione con il mondo (sia il mondo presente qui e ora, sia quello che portiamo dentro nella nostra memoria).

𝗜𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝘁𝗲𝗿𝘇𝗼 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼, 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗶, 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶, 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝗶𝗿𝗲, in particolare distinguo tra i mezzi che modificano indirettamente il nostro rapporto con il mondo e quelli che, invece, lo modificano direttamente. Tra questi accenno a quelli che, secondo me, sono i due strumenti fondamentali per la guarigione, quelli che possono permettere di percepire la bellezza e il mistero del mondo. Se la malattia mentale è sempre, in un qualche modo, un disturbo della nostra relazione con il mondo (sia quello presente ora e qui, sia quello che si è stratificato per mezzo della memoria dentro di noi e in continuazione rievochiamo consciamente e inconsciamente) allora non si potrà mai parlare di “relazione sana” se il malato non riesce a percepire in modo il meno distorto possibile le due caratteristiche essenziali del mondo: la sua immensa bellezza e il suo profondo mistero.



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