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IL SABOTATORE INTERNO

  • Immagine del redattore: Emilio Mordini
    Emilio Mordini
  • 2 ago
  • Tempo di lettura: 6 min
Gustave Moreau, Diomede divorato dai suoi cavalli, 1865.
Gustave Moreau, Diomede divorato dai suoi cavalli, 1865.

๐—ฅ๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ฟ๐—ฑ๐—ฎ๐˜๐—ฒ ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฒ๐˜€๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ถย ๐˜‡๐—ผ๐—ฐ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—น๐—ฒ๐—ด๐—ป๐—ผ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฐ๐—ฎ๐—น๐˜‡๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—ถ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—ฑ๐—ถ๐—ป๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฉ๐—ฎ๐—ป ๐—š๐—ผ๐—ด๐—ต?๐—Ÿ๐—ฒ ๐˜€๐˜๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฒ ๐—ฐ๐—ฎ๐—น๐˜‡๐—ฎ๐˜๐˜‚๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐˜‚๐˜€๐—ฎ๐˜๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฎ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ผ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—น๐—ฎ๐˜ƒ๐—ผ๐—ฟ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—ป๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ป๐—ฎ๐˜€๐—ฐ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ถ๐—ป๐—ฑ๐˜‚๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ. Era anche il tempo delle prime ribellioni contro lโ€™automazione e le condizioni di lavoro in fabbrica: la rabbia si esprimeva spesso gettando negli ingranaggi delle macchine quei pesanti zoccoli, che si incastravano nei meccanismi e li danneggiavano irreversibilmente. Quegli zoccoli, che si chiamavano in francese ๐˜ด๐˜ข๐˜ฃ๐˜ฐ๐˜ต, diedero il nome a una protesta che fu detta, appunto, โ€œsabotaggioโ€. Sono passati piรน di due secoli e noi continuiamo a usare sabotaggio e sabotatore per indicare azioni, portate a termine per lo piรน di nascosto, per danneggiare beni, attrezzature e bloccare attivitร .


๐—”๐—น๐—น'๐—ถ๐—ป๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ด๐—น๐—ถ ๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ถ ๐Ÿญ๐Ÿต๐Ÿฎ๐Ÿฌ, ๐—น๐—ผ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐˜‡๐˜‡๐—ฒ๐˜€๐—ฒ ๐—ฅ๐—ผ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ฑ ๐—™๐—ฎ๐—ถ๐—ฟ๐—ฏ๐—ฎ๐—ถ๐—ฟ๐—ป ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ถ๐—ผฬ€ ๐—นโ€™๐—ฒ๐˜€๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ โ€œ๐˜€๐—ฎ๐—ฏ๐—ผ๐˜๐—ฎ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ป๐—ผโ€ ๐—ฟ๐—ถ๐—ณ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ผ๐˜€๐—ถ ๐—ฎ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐˜๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ che, a suo dire, aveva come obiettivo sabotare i nostri progetti e piani. In effetti รจ esperienza comune il poter commettere errori che a posteriori ci appaiono incomprensibili o essere colpiti da improvvise e inspiegabili inibizioni che fanno fallire un nostro progetto. Non si tratta di semplici atti mancati, o lapsus, di cui aveva giร  parlato Freud. Come quelli, anche questi atti di autosabotaggio sono indubbiamente lโ€™espressione di forze che albergano nel nostro inconscio ma, a differenza di lapsus e atti mancati, lโ€™autosabotaggio sembra seguire una regia piรน precisa: in altre parole, se ne intuisce, pur misteriosa, una finalitร  complessiva, un obiettivo finale.


๐—” ๐˜ƒ๐—ผ๐—น๐˜๐—ฒ ๐—ฟ๐—ถ๐—ด๐˜‚๐—ฎ๐—ฟ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—น๐—ฒ ๐—ป๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฒ ๐˜€๐—ฐ๐—ฒ๐—น๐˜๐—ฒ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜ƒ๐—ถ๐˜๐—ฎ: ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—น๐—ฎ ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ผ ๐˜ƒ๐—ผ๐—ฐ๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐˜€๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฑ๐—ถ๐—ฐ๐—ฎ๐—ฟ๐˜€๐—ถ ๐—ฎ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐—ป๐—พ๐˜‚๐—ถ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฒ๐˜€๐—ถ๐˜€๐˜๐—ฒ๐—ป๐˜‡๐—ฎ di studio e, invece, per una ragione o per lโ€™altra, gli accadimenti e le scelte sbagliate le spingono sempre in direzione contraria? Altre volte si tratta di quelle poche ma preziose soddisfazioni che la vita offre: unโ€™amicizia sincera, un amore da tempo cercato, un riconoscimento professionale meritato; ma, anche qui, allโ€™ultimo istante, un ritardo insensato, una parola che si ferma nella gola o, al contrario, che esce di bocca inopinata, giungono a rovinare tutto. Non sempre questi autosabotaggi producono veri disastri (รจ facile che, nell'umiliazione dellโ€™istante, il malato enfatizzi le conseguenze dei propri errori) ma sempre lasciano dietro di sรฉ una sensazione di frustrazione che diventa, di giorno in giorno, sempre piรน difficile da sopportare. Come darsi pace di fronte allโ€™idea di essere i sabotatori di sรฉ stessi, i principali artefici del fallimento di ciรฒ che piรน ci stava a cuore?


๐—Ÿ๐—ฒ ๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ด๐—ถ๐—ป๐—ถ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น โ€œ๐˜€๐—ฎ๐—ฏ๐—ผ๐˜๐—ฎ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ฒโ€ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ป๐—ผ ๐˜€๐—ถ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฑ๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ป๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ป๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—บ๐—ถ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—บ๐—ฎ ๐—ถ๐—ป๐—ณ๐—ฎ๐—ป๐˜‡๐—ถ๐—ฎ, ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ผ ๐—ถ๐—น ๐—ป๐—ฒ๐—ผ๐—ป๐—ฎ๐˜๐—ผ ๐—ฒ ๐—ถ๐—น ๐—ฏ๐—ฎ๐—บ๐—ฏ๐—ถ๐—ป๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฝ๐—ผ๐—ฐ๐—ต๐—ถ ๐—บ๐—ฒ๐˜€๐—ถ iniziano a cercare di mettere ordine nel caos di emozioni e sentimenti, positivi e negativi, che li attraversano. Capace di attimi straordinari di gioia e felicitร  e di altrettanto profondi momenti di rabbia e disperazione, il bebรจ deve imparare a governare non solo le proprie reazioni ma a fronteggiare anche quelle degli adulti, per lui a volte del tutto imprevedibili e incomprensibili. Fairbairn, e come lui molti altri psicoanalisti, erano convinti che la prima necessitร  del bambino fosse mettere ordine nei propri sentimenti, separare le tenebre dalla luce, il male dal bene.


๐—”๐—ป๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ฒ ๐—ถ ๐—ด๐—ฒ๐—ป๐—ถ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ถ ๐—ฎ๐—บ๐—ฎ๐—ป๐—ผ ๐—ถ๐—น ๐—ฏ๐—ฎ๐—บ๐—ฏ๐—ถ๐—ป๐—ผ, ๐—ฒฬ€ ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐˜€๐—ถ ๐—ถ๐—บ๐—ฝ๐—ผ๐˜€๐˜€๐—ถ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ฒ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ถ๐—น ๐—ฝ๐—ถ๐—ฐ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ผ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐˜€๐—ถ ๐˜€๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ ๐—บ๐—ฎ๐—ถ ๐—ถ๐—ป๐—ด๐—ถ๐˜‚๐˜€๐˜๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐˜‚๐—ป๐—ถ๐˜๐—ผ, ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ผ ๐—ฎ๐—ฑ ๐—ฎ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ฒ, trascurato, trattato con freddezza, svalutato. Il bambino ha, perรฒ, bisogno di ritenersi al sicuro, e la sua sicurezza nasce solo dal pensare che i genitori (o, comunque, chi si prende cura di lui) gli vogliano bene e siano persone buone. Cosรฌ, secondo Fairbairn, quando un bambino ha una relazione troppo insoddisfacente con i genitori, tende a sentirsi lui stesso โ€œcattivoโ€ per poter continuare invece a vedere โ€œbuoniโ€ i genitori.


๐—ค๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ถ ๐—ฏ๐—ฎ๐—บ๐—ฏ๐—ถ๐—ป๐—ถ ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ โ€œ๐—ฝ๐—ถ๐—ฐ๐—ฐ๐—ผ๐—น๐—ถ ๐—ฎ๐—ด๐—ป๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ ๐—ฑ๐—ถ ๐——๐—ถ๐—ผ, ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ฒ๐—ป๐—ฑ๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐˜€๐˜‚ ๐—ฑ๐—ถ ๐˜€๐—ฒฬ ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฐ๐—ฐ๐—ฎ๐˜๐—ถ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐—บ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ผโ€: salvano lโ€™immagine interiore dei genitori, convincendosi di essere loro il problema, la persona cattiva che rende difficile la vita familiare. I โ€œgenitori cattiviโ€, perรฒ non scompaiono veramente dalla mente e dal ricordo ma rimangono nella memoria e nelle emozioni del bambino. I loro giudizi svalutanti, la loro freddezza e distanza emotiva, la loro incapacitร  a esprimere affetti diventano una parte della personalitร  del bambino, si trasformano in qualcosa che il piccolo pensa di sรฉ stesso. Nasce cosรฌ, secondo Fairbairn, il โ€œsabotatore internoโ€: una parte di sรฉ che ha fatto propri i messaggi negativi ricevuti, con lo scopo di salvare unโ€™immagine positiva (o, perlomeno, non troppo negativa) dei genitori.


๐—”๐—น๐—ฐ๐˜‚๐—ป๐—ถ ๐—ฎ๐˜€๐—ฝ๐—ฒ๐˜๐˜๐—ถ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐˜๐—ฒ๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—™๐—ฎ๐—ถ๐—ฟ๐—ฏ๐—ฎ๐—ถ๐—ฟ๐—ป ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐˜€๐—ผ๐—ป๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐˜๐˜‚๐˜๐˜๐—ผ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ถ๐˜ƒ๐—ถ๐˜€๐—ถ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ถ, ๐—บ๐—ฎ ๐—ป๐—ผ๐—ป ๐—ฒฬ€ ๐—พ๐˜‚๐—ถ ๐—ป๐—ฒฬ ๐—น๐—ฎ ๐˜€๐—ฒ๐—ฑ๐—ฒ ๐—ป๐—ฒฬ ๐—ถ๐—น ๐—บ๐—ผ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—ฑ๐—ถ๐˜€๐—ฐ๐˜‚๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ป๐—ฒ. Non cโ€™รจ dubbio, perรฒ, che egli riesca a cogliere con grande finezza alcuni sentimenti e pensieri della mente di malati, che si trovano condannati a convivere con una frase che risuona sempre nella loro testa: โ€œ๐˜š๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ด๐˜ต๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ด๐˜ท๐˜ฆ๐˜ณ๐˜จ๐˜ฐ๐˜จ๐˜ฏ๐˜ข๐˜ต๐˜ฐ, ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ช ๐˜ถ๐˜ฏ ๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ, ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฎ๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ช๐˜ต๐˜ช ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ท๐˜ช๐˜ท๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฆโ€. Insuccesso, almeno in alcune aree della propria vita, e autocritica costante sono la compagnia quotidiana di queste persone. Il sabotatore interno non รจ, infatti, interessato a perseguire il fallimento di questa o quella specifica impresa, quando a portare il malato a odiare qualsiasi progetto di vita, desiderio, aspirazione alla felicitร . โ€œ๐˜›๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฏ๐˜ข๐˜ญ ๐˜ด๐˜ข๐˜ฃ๐˜ฐ๐˜ต๐˜ฆ๐˜ถ๐˜ณ ๐˜ช๐˜ด ๐˜ต๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ฎ๐˜บ ๐˜ฐ๐˜ง ๐˜ฉ๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ฆโ€, si espressero lapidariamente due psicoanalisti americani negli anni 1980. Fallire รจ il modo in cui i malati si ribellano alla vita e, contemporaneamente, si puniscono per questa ribellione blasfema.


๐—ฃ๐—ฒ๐—ฟ ๐˜€๐—ฝ๐—ถ๐—ฒ๐—ด๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—นโ€™๐—ผ๐—ฟ๐—ถ๐—ด๐—ถ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น โ€œ๐˜€๐—ฎ๐—ฏ๐—ผ๐˜๐—ฎ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ป๐—ผโ€, ๐˜‚๐—ป ๐—บ๐—ถ๐—ผ ๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ถ๐—ฐ๐—ผ ๐—บ๐—ฎ๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฟ๐—ผ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฝ๐˜€๐—ถ๐—ฐ๐—ผ๐—ฎ๐—ป๐—ฎ๐—น๐—ถ๐˜€๐—ถ, ๐—ฆ๐—ฎ๐—ป๐—ฑ๐—ฟ๐—ผ ๐—š๐—ถ๐—ป๐—ฑ๐—ฟ๐—ผ, raccontava il mito greco dello Spaventacavalli (Tarร xippos). Si narrava, dunque, in Olimpia, di un dรจmone โ€“ il Tarร xippos - nascosto dietro lโ€™ultima curva del circuito, che faceva imbizzarrire i cavalli durante le corse dei carri, causando rovinose cadute, e spesso la morte, proprio dei concorrenti sul punto di vincere. Questo spirito, secondo alcuni, era lโ€™anima di un eroe sepolto nei pressi di Olimpia. La versione piรน accreditata lo identificava, perรฒ, con il fantasma di Mirtilo.


๐—”๐—น๐—นโ€™๐—ฒ๐—ฝ๐—ผ๐—ฐ๐—ฎ โ€“ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—บ๐—ฎ ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ ๐˜€๐—ถ ๐˜€๐˜๐—ฎ๐—ฏ๐—ถ๐—น๐—ถ๐˜€๐˜€๐—ฒ๐—ฟ๐—ผ ๐—ถ ๐—ด๐—ถ๐—ผ๐—ฐ๐—ต๐—ถ ๐—ผ๐—น๐—ถ๐—บ๐—ฝ๐—ถ๐—ฐ๐—ถ โ€“ ๐—ฟ๐—ฒ๐—ด๐—ป๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฎ ๐˜€๐˜‚ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐˜‡๐—ผ๐—ป๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐—š๐—ฟ๐—ฒ๐—ฐ๐—ถ๐—ฎ ๐—ถ๐—น ๐—ฟ๐—ฒ ๐—˜๐—ป๐—ผ๐—บ๐—ฎ๐—ผ. Costui, per via di una profezia nefasta, aveva deciso di sfidare i pretendenti della bellissima figlia Ippodamia in una corsa sui carri, decapitando chi di loro avesse perso. Giร  dodici giovani erano morti cosรฌ, quando gli si presentรฒ Pelope, figlio di Tantalo e amante del dio Poseidone. Il giovane aveva astutamente chiesto lโ€™aiuto di Mirtilo, auriga di Enomao, promettendogli la metร  del regno se avesse tradito il suo signore. Mirtilo accettรฒ e manomise il cocchio del re, che si ribaltรฒ durante la gara, causando la morte di Enomao. Tuttavia, dopo la vittoria, Pelope ingannรฒ Mirtilo, e, invece di ricompensarlo, lo uccise precipitandolo in mare. Da quel momento, lo spirito di Mirtilo iniziรฒ a vagare attorno al campo di gara per terrorizzare, far rovinare nella polvere e uccidere il cavaliere che si apprestava a vincere. โ€œ๐˜“โ€™๐˜ช๐˜ฏ๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ฐ โ€“ concludeva il mio vecchio psicoanalista - ๐˜ฆฬ€ ๐˜ถ๐˜ฏ๐˜ฐ ๐˜š๐˜ฑ๐˜ข๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ข๐˜ค๐˜ข๐˜ท๐˜ข๐˜ญ๐˜ญ๐˜ช. ๐˜•๐˜ฐ๐˜ฏ ๐˜ฆฬ€ ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ต๐˜ข๐˜ฏ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ช. ๐˜•๐˜ฐ๐˜ช ๐˜ด๐˜ฆ๐˜ฏ๐˜ต๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ, ๐˜ด๐˜ฑ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ฐ, ๐˜ฅ๐˜ช ๐˜ฆ๐˜ด๐˜ด๐˜ฆ๐˜ณ๐˜ฏ๐˜ฆ ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ข. ๐˜Œฬ€ ๐˜ข๐˜ญ ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ต๐˜ณ๐˜ฐ ๐˜ง๐˜ช๐˜ข๐˜ฏ๐˜ค๐˜ฐ: ๐˜ข๐˜ฎ๐˜ช๐˜ค๐˜ฐ ๐˜ฆ ๐˜ฏ๐˜ฆ๐˜ฎ๐˜ช๐˜ค๐˜ฐ; ๐˜ด๐˜ค๐˜ฐ๐˜ฏ๐˜ฐ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ถ๐˜ต๐˜ฐ ๐˜ฆ๐˜ฅ ๐˜ช๐˜ฎ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ฆ๐˜ท๐˜ฆ๐˜ฅ๐˜ช๐˜ฃ๐˜ช๐˜ญ๐˜ฆ. ๐˜˜๐˜ถ๐˜ข๐˜ญ๐˜ค๐˜ฉ๐˜ฆ ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ต๐˜ข ๐˜ณ๐˜ช๐˜ถ๐˜ด๐˜ค๐˜ช๐˜ข๐˜ฎ๐˜ฐ ๐˜ข ๐˜ฅ๐˜ฐ๐˜ฎ๐˜ช๐˜ฏ๐˜ข๐˜ณ๐˜ญ๐˜ฐ, ๐˜ฎ๐˜ข ๐˜ข๐˜ญ๐˜ต๐˜ณ๐˜ฆ ๐˜ท๐˜ฐ๐˜ญ๐˜ต๐˜ฆ ๐˜ค๐˜ช ๐˜ด๐˜ฐ๐˜ฑ๐˜ณ๐˜ข๐˜ง๐˜ง๐˜ขฬ€.โ€


๐—˜ฬ€ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ๐˜€๐˜€๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ป๐—ผ๐˜๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐—บ๐—ฒ ๐—ถ๐—น ๐—บ๐—ถ๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ ๐—ฆ๐—ฝ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฎ๐—ฐ๐—ฎ๐˜ƒ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ถ ๐˜€๐—ถ ๐—ณ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ถ ๐˜€๐˜‚ ๐˜‚๐—ป ๐—ฑ๐—ผ๐—ฝ๐—ฝ๐—ถ๐—ผ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐—ฑ๐—ถ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ผ ๐—ฑ๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ถ๐—ป๐—ฎ๐˜๐—ผ ๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฝ๐—ฒ๐˜๐˜‚๐—ฎ๐—ฟ๐˜€๐—ถ ๐—ฎ๐—น๐—นโ€™๐—ถ๐—ป๐—ณ๐—ถ๐—ป๐—ถ๐˜๐—ผ: lo spettro di Mirtilo รจ condannato a tradire per sempre il suo re, ma anche a vendicarsi per lโ€™eternitร  del tradimento subito da Pelope. Infatti, รจ abbastanza intuitivo che la rovina dei concorrenti sul filo dellโ€™arrivo sia il ciclico ritornare di Mirtilo sul proprio crimine e, contemporaneamente, il tentativo di consumare una vendetta, sempre destinata a mancare il bersaglio, contro Pelope.


๐—–๐—ผ๐˜€๐—ถฬ€, ๐—ฑ๐—ถ๐—ฒ๐˜๐—ฟ๐—ผ ๐—ฎ๐—น๐—นโ€™๐—ถ๐—บ๐—บ๐—ฎ๐—ด๐—ถ๐—ป๐—ฒ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น ๐˜€๐—ฎ๐—ฏ๐—ผ๐˜๐—ฎ๐˜๐—ผ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ถ๐—ป๐˜๐—ฒ๐—ฟ๐—ป๐—ผ ๐—ฎ๐—น๐—น๐—ฒ๐—ด๐—ด๐—ถ๐—ฎ ๐˜‚๐—ปโ€™๐—ถ๐—บ๐—บ๐—ฎ๐—ด๐—ถ๐—ป๐—ฒ ๐—ฝ๐—ถ๐˜‚ฬ€ ๐—ถ๐—ป๐—พ๐˜‚๐—ถ๐—ฒ๐˜๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ฒ. Il sabotatore interno รจ quella parte di noi che si รจโ€ affezionataโ€ alla propria rabbia e solitudine, che non vuole rinunciare al desiderio di vendicarsi punendo, paradossalmente, anche sรฉ stessa. รˆ il piacere sottile di non provare piacere.


๐——๐˜‚๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฎ๐—ฟ๐—ผ๐—น๐—ฒ, ๐—ถ๐—ป ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฐ๐—น๐˜‚๐˜€๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ, ๐˜€๐˜‚๐—น๐—น๐—ฎ ๐—ฐ๐˜‚๐—ฟ๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐—ฐ๐—ผ๐—ป๐—ฑ๐—ถ๐˜‡๐—ถ๐—ผ๐—ป๐—ฒ ๐—ฐ๐—ผ๐˜€๐—ถฬ€ ๐—ฑ๐—ผ๐—น๐—ผ๐—ฟ๐—ผ๐˜€๐—ฎ ๐—ฒ ๐—ถ๐—ป๐˜ƒ๐—ฎ๐—น๐—ถ๐—ฑ๐—ฎ๐—ป๐˜๐—ฒ ๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ ๐—น๐—ฎ ๐—พ๐˜‚๐—ฎ๐—น๐—ถ๐˜๐—ฎฬ€ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ ๐˜ƒ๐—ถ๐˜๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฐ๐—ต๐—ถ ๐—ป๐—ฒ ๐—ฒฬ€ ๐˜€๐—ผ๐—ณ๐—ณ๐—ฟ๐—ฒ. La prima battaglia che bisogna intraprendere รจ proprio quella contro il sabotatore interno perchรฉ, sin dallโ€™inizio del trattamento, questo seminerร  trappole di ogni tipo per rendere impossibile la cura, porterร  il paziente a pensare che si tratta di una sfida persa in partenza, lo convincerร  che la terapia non รจ quella adatta al suo disturbo, gli suggerirร  che la neutrale benevolenza del medico รจ un limite alla sua libertร  e una forma indiretta di controllo.


๐—ฆ๐—ฒ ๐˜€๐—ถ ๐—ฟ๐—ถ๐˜‚๐˜€๐—ฐ๐—ถ๐—ฟ๐—ฎฬ€ ๐—ฎ ๐˜€๐˜‚๐—ฝ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฎ๐—ฟ๐—ฒ ๐—พ๐˜‚๐—ฒ๐˜€๐˜๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ถ๐—บ๐—ฎ ๐—ณ๐—ฎ๐˜€๐—ฒ, ๐—ถ๐—น ๐—น๐—ฎ๐˜ƒ๐—ผ๐—ฟ๐—ผ ๐—ฝ๐—ผ๐˜๐—ฟ๐—ฎฬ€ ๐—ฝ๐—ผ๐—ถ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ฐ๐—ฒ๐—ฑ๐—ฒ๐—ฟ๐—ฒ ๐—ฎ๐—ฏ๐—ฏ๐—ฎ๐˜€๐˜๐—ฎ๐—ป๐˜‡๐—ฎ ๐˜€๐—ฝ๐—ฒ๐—ฑ๐—ถ๐˜๐—ฎ๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ, ๐—ฝ๐—ผ๐—ถ๐—ฐ๐—ต๐—ฒฬ ๐˜€๐—ถ ๐˜๐—ฟ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ฎ ๐—ฑ๐—ถ ๐—ฐ๐—ฎ๐˜€๐—ถ, ๐—ฐ๐—ต๐—ฒ, ๐—ป๐—ผ๐—ฟ๐—บ๐—ฎ๐—น๐—บ๐—ฒ๐—ป๐˜๐—ฒ, ๐—ต๐—ฎ๐—ป๐—ป๐—ผ ๐˜‚๐—ป๐—ฎ ๐—ฝ๐—ฟ๐—ผ๐—ด๐—ป๐—ผ๐˜€๐—ถ ๐—บ๐—ผ๐—น๐˜๐—ผ ๐—ฝ๐—ผ๐˜€๐—ถ๐˜๐—ถ๐˜ƒ๐—ฎ. Se, invece, il sabotatore interno sarร  piรน astuto o saprร  sfruttare circostanze a lui particolarmente favorevoli, bisognerร  rassegnarsi a vedere prima o poi partire il proprio paziente non guarito, ma pur sempre soddisfatto vincitore della sua ennesima sconfitta.

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